Cosa succede a tre giovani impenitenti scapoli tutti lavoro, feste e belle donne se all’improvviso si trovano sulla porta di casa una culla con una neonata? È la storia alla base di Tre uomini e una culla, adattamento teatrale di un celeberrimo film francese del 1985 scritto da Coline Serrau e ripreso da Hollywood nel 1987. Lo spettacolo è andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine in una produzione di a.ArtistiAssociati ed interpretato da Giorgio Lupano, Attilio Fontana e Gabriele Pignotta che ne firma la regia.

I tre giovani amici: un disegnatore tecnico, un impiegato ed uno stewart di AirFrance, vivono tra feste e fidanzate in un bell’appartamento del centro parigino. Una vita da eterni Peter Pan fino a che un bel giorno davanti alla porta trovano la neonata Marie in una carrozzina. È la figlia di Jacques lo stewart giramondo e di Sylvia, una delle sue tante fidanzate che per inseguire il suo lavoro è costretta a lasciare per un periodo la piccola. Mentre lo stesso Jacques è lontano per lavoro i due amici si trovano improvvisamente catapultati nel meraviglioso ed a volte spaventoso mondo dei neonati. Ed in un rutilante e scoppiettante avvicendarsi di situazioni si trovano a dover affrontare tutto quello che i neogenitori ben conoscono: pianti, pappe e notti in bianco. Si troveranno anche alle prese con la scelta tra le decine di tipologie di latte di polvere, biberon e pannolini. Già: come si dovrà mettere un pannolino? A rigor di logica, si convincono: prima andrà indossata la tutina e poi il pannolino ben fissato con tre giri di scotch per imballaggi. Un inizio decisamente traballante che si trasforma con il passare delle giornate in una routine per loro del tutto nuova. E come se non bastasse arriva la polizia all’inseguimento di un pericoloso trafficante di droga che nasconde il suo bottino in casa degli inconsapevoli tre scapoli. Al rientro dal viaggio di lavoro Jacques si trova la sorpresa di due coinquilini inferociti ed una figlia di cui a stento ricorda la madre. Jacques cerca l’aiuto della sua di madre, che però non cede alle richieste di occuparsi della nipotina. Ecco che i tre impareranno ad organizzarsi in turni e in breve la piccola Marie diventerà il fulcro di una famiglia del tutto particolare, ma funzionate. La piccola Marie farà breccia nel loro cuore tanto che, quando finalmente la mamma della piccola torna a riprenderla, sprofondano nella tristezza vagando sconsolati per la loro casa ormai vuota. La loro vita non potrà più essere la stessa senza la tenerezza della  piccolina e quando la neomamma, stremata, si rivolgerà a loro in cerca di aiuto, la accoglieranno a braccia aperte.

Divertente, scoppiettante, lo spettacolo non fa rimpiangere le celebri versioni cinematografiche grazie, oltre che alla bravura del cast, ad una regia brillante e a scenografia e luci efficaci. Ben riuscita l’ambientazione: l’appartamento affaccia sui tetti di Parigi, una porta scorrevole si apre via via su un armadio, la portineria, la farmacia, la strada sottostante. Le luci riportano alle atmosfere della Ville Lumière e mettono con efficacia in evidenza le buffe situazioni che i tre si trovano ad affrontare.

Il pubblico del Giovanni da Udine ha accompagnato le avventure dei tre e della piccola Marie con risate ed applausi scroscianti.

Laura Fedrigo

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