Dopo il successo riscontrato l’anno scorso, in quest’estate 2019 torna “Morire per quattro monete: Winckelmann, l’ultimo viaggio”. Uno spettacolo che risulta difficile inquadrare e relegare alla sola definizione di “teatro”: è infatti un percorso multimediale, una lettura itinerante che prende per mano gli spettatori attraverso le belle location del parco dell’Orto Lapidario di Trieste.
La performance vuole omaggiare il celebre storico dell’arte tedesco Johann Joachim Winckelmann, fortemente legato alla città di Trieste e qui morto tragicamente, brutalmente accoltellato in un tentativo di rapina 250 anni fa. Ed è proprio sulla sua morte che si concentra lo spettacolo, mettendo in scena gli ultimi momenti della vita di Winckelmann, il suo assassinio e l’iter “burocratico” che l’ha accompagnato alla tomba: il riconoscimento dei beni che aveva con sé, l’autopsia. È chiaro da subito come “Morire per quattro monete” non abbia velleità da ricostruzione storica o da giallo/poliziesco: ciò a cui punta è semplicemente l’immersività e il trasmettere tutta la gravità della tragedia di un uomo che ne uccide un altro. E su questo fa centro pieno, e per vari motivi.
Innanzitutto l’ottima performance degli attori: molto bravi Riccardo Maranzana e Stefano Pettenella ad alternarsi nel ruolo principale e in alcuni comprimari. Di certo diverso il loro modo di recitare (più moderato e meditato quello di Maranzana, più irruento e “giovanile” Pettenella) ma tali diversità ben si coagulano e non provocano mai fastidio o stridore nello spettatore. Ottimo anche Andrea Collavino -che ha curato anche la regia- in un ruolo da novello Virgilio nel suo prendere per mano il pubblico e guidarlo all’interno del parco.
L’altro fattore che impreziosisce lo spettacolo è la parte tecnica. È stato infatti utilizzato il “silent system”, con cui ogni spettatore segue la parte sonora dalla cuffia data in dotazione. Parte sonora composta non solo dalla voce degli attori ma da tutta una serie di contributi musicali e di testimonianze vocali, i cui brani recitati hanno avuto principalmente l’obiettivo di immergere in quella che era la realtà della vita quotidiana triestina dell’epoca.
Sempre grazie al “silent system” è stata possibile la grande novità di quest’edizione 2019: seguire lo spettacolo in quattro lingue, con traduzione istantanea in cuffia. Soluzione certamente azzeccata per una città come Trieste che sempre più si dimostra meta del turismo di tutta Europa, soprattutto d’Estate. E di un turismo non banale, quasi “colto” potremmo dire, con molti visitatori stranieri interessati alle proposte culturali della zona.
“Morire per quattro monete” è in collaborazione con il Civico Museo di Storia ed Arte – Orto Lapidario, al cui funzionario direttivo Marzia Vidulli Torlo si deve la traccia drammaturgica. Lo spettacolo sarà in scena per tutta l’estate, da giovedì a domenica di ogni settimana fino al 4 agosto, sempre con inizio alle 21.30 e anche in caso di pioggia (negli spazi interni del museo in forma di mise en espace). Molte repliche per permettere davvero a tutti di godere di una serata diversa e certamente appassionante: insomma, non avete scuse per non approfittare di queste fresche serate estive e lasciarvi conquistare in un immersivo insieme di suggestioni visive e uditiv, emozioni, sensazioni.
Luca Valenta / ©Instart