Ottimo afflusso di pubblico la scorsa sera al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per il concerto che ha visto protagonisti l’orchestra francese Les Siècles, diretta da François-Xavier Roth, il pianista François Dumont e l’organista Daniel Roth. Programma, in gran parte di raro ascolto, di musiche francesi a cavallo fra l’Ottocento e il Novecento.

Concerto che inizia con le Variazioni Sinfoniche per pianoforte e orchestra di Cesar Frank , che vedono all’opera, oltre all’orchestra, il pianista François Dumont, che si esibisce su un Pleyel, strumento particolarmente indicato per questa musica per via della leggerezza del suono. In effetti l’esecuzione di questo lavoro di Frank risulta particolarmente efficace all’ascolto perché la chiarezza di suono di questo strumento esalta la brillante tecnica di Dumont, che acquisisce qui una trasparenza quasi cristallina, grazie anche ad un accorto uso del pedale e di un accurato bilanciamento delle dinamiche. L’orchestra, splendidamente diretta da Roth, intesse un serrato dialogo con il solista esaltandone contemporaneamente il ruolo.

Segue a questo capolavoro l’esecuzione del Bacchanale tratto dall’opera Samson et Dalila op.47 di Camille Saint-Saëns. Le sonorità orientaliste, così deliziosamente kitsch, che ricordano le atmosfere evocate da un dipinto di Ingrès, mostrano l’accattivante e splendido suono di quest’orchestra che assume in questa composizione un’eccezionale naturalezza esecutiva.

La prima parte della serata si conclude con il celebre Concerto in sol per pianoforte e orchestra M.83, che vede il ritorno sul palcoscenico del pianista François Dumont che di nuovo stupisce il pubblico con le sue straordinarie doti tecniche ed espressive, anche se la chiarezza del suono del Pleyel crea un effetto quasi straniante per chi è abituato alla sonorità più scura di altri tipi di pianoforte. Ma certo ciò non sminuisce minimamente la meraviglia che suscita la tecnica cristallina di Dumont, anche se, forse, sarebbe meglio dare al fraseggio, specie nel meraviglioso Adagio assai, un taglio maggiormente melodico e meno percussivo ed un maggiore spazio agli strumenti dell’orchestra che di volta in volta si alternano nei soli. Si tratta comunque di un’esecuzione di grande virtuosismo che conquista il pubblico udinese, il quale tributa al virtuoso francese grandissimi applausi. Il successo è tale che Dumont concede un bis con una Berceuse di Chopin (si tenga presente che il Pleyel era il suo strumento preferito).

La seconda parte del concerto vede l’esecuzione di un lavoro di raro ascolto: la Sinfonia n.3 in do minore op.78 “Symphonie avec orgue” di Camille Saint-Saëns, dedicata dall’autore a Franz Liszt, che vede anche l’intervento dell’organista Daniel Roth. Si tratta di una sinfonia che, se anche strutturata in quattro tempi, ha in realtà una forma ciclica basata sul ritorno di un tema nei diversi episodi ed in cui l’organo non ha una funzione solistica, ma solo di ripieno con il ritorno del tema liturgico del Dies Irae. Lavoro di estremo impegno per l’orchestra ed per il suo direttore, che deve disciplinare una forma ipertrofica, permeata di svariati influssi, da Čaikovskij a Wagner, con numerosi cambi di tempo, a fronte di un notevole organico orchestrale. Compito che François-Xavier Roth assolve con maestria e solerzia, con un gesto espressivo e con notevole verve ritmica.

Il successo è notevole, con numerose chiamate al proscenio del direttore, al punto che l’orchestra Les Siècles concede un ultimo bis con Bizet.

Sergio Zolli © instArt

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