Apertura un po’ particolare della Stagione 2018 – 2019 del Teatro Bon di Colugna, seguita ogni anno da un gran numero di spettatori grazie alle oculate scelte del direttore artistico Claudio Mansutti. Apertura particolare, dicevamo, per l’insolita formazione prescelta, che è il duo tromba e pianoforte. Più nel solco della tradizione del Bon la scelta degli artisti: il trombettista e flicornista Sergeio Nakariakov e la pianista Maria Meerovitch. Due autentici virtuosi dei rispettivi strumenti: lui, soprannominato il Paganini della tromba per via delle sue doti tecniche quasi stregonesche, lei vincitrice di numerosi concorsi internazionali. Una coppia di virtuosi, quindi, che propone un programma abbastanza particolare con due parti dedicate al pianoforte solo (otto Preludi op.28 di Chopin, due preludi dalll’op. 32 e Sei momenti musicali op.32 nn.3 e 4 di Rachmaninov) e una scelta di brani piuttosto curiosa perché comprende in gran parte trascrizioni per quest’organico di vari autori, per lasciare il solo brano originale per questa formazione per ultimo.

Si apre, quindi, con una serie di brani di P. I. Čaikovskij (Arioso e Aria di Lenski da “Evgenij Onegin”, e tre romanze dello stesso autore) in cui Nakariakov, alternandosi fra tromba e flicorno, fa sfoggio di un suono che ha la morbidezza del velluto e la lucentezza dell’oro. Gli attacchi sono di straordinaria precisione e il controllo del suono è totale. Il supporto pianistico rende le evoluzioni della tromba ancora più ammalianti. La loro intesa forma un insieme veramente perfetto.

È poi la volta del pianoforte solo con la Meerovitch che ci propone otto dei preludi dell’op. 28 di Frédéric Chopin, eseguiti con grande intensità espressiva, e del Capriccio per tromba e pianoforte, un lavoro del 1968 del compositore russo V. Torchinsky, che conclude la prima parte della serata.

La seconda parte del concerto si apre con la trascrizione per flicorno e pianoforte della Sonata per violino e pianoforte in mi minore K 304 di Mozart, dove Nakariakov con sorprendente leggerezza ricrea la luminosità della scrittura mozartiana con una levità che non si crederebbe possibile col flicorno. Levità che lascia il posto alle atmosfere decisamente più romantiche dei Preludi op. 32 n.5 e 12 e dei Sei Momenti Musicali op.16 n. 3 e 4 di Sergei Rachmaninov, dove la Meerovitch profonde tutto il suo virtuosismo pianistico riscuotendo larghissimi consensi.

In chiusura, Tre miniature dal libro per violino e pianoforte di Giya Kancheli, considerato il più importante compositore georgiano, un brano di difficile interpretazione, ma che l’ineccepibile esecuzione del duo illumina, e il virtuosistico Variazioni sulla “Norma” di Vincenzo Bellini scritto dal francese J.B. Arban. In quest’ultimo pezzo, Makariakov dà una prova di trombettismo atletico con velocità allucinanti e fiati lunghissimi, che ti fanno dire “Ma dove prende il fiato?”. Insomma, un’esecuzione a dir poco di sconvolgente bravura che merita al duo un lunghissimo applauso, al punto che i due virtuosi decidono di concedere un bis con Paul Anka.

Sergio Zolli © instArt