giovedì 28 novembre ore 18.00 Teatro Miela
DENTRO L’ESODO
Inaugurazione della mostra fotografica di Emanuele Confortin, introduce la giornalista Lilli Goriup
Una mostra in bianco e nero che rappresenta le tappe, il percorso di ormai milioni di persone costrette alla migrazione per gli abusi, per le ingiustizie, per la guerra e ormai purtroppo anche per le condizioni climatiche. Scatti delle situazioni più intense, drammatiche, dolorose. La mostra è organizzata da Bonawentura in collaborazione con Libreria Lovat Trieste ( ingresso libero).
«Il sole si ritira lasciando la scena al freddo. Chi può si infila nelle tende abbandonate sulla strada o nel fango. Non sono riscaldate, ma almeno proteggono dalla pioggia in arrivo dal cielo, anche se nulla possono quando l’acqua sale da sotto. Quelli rimasti senza una casa di tela, cercano un angolo protetto dove bruciare della plastica. Si intiepidiscono mani e piedi prima di stringere le spalle in una coperta da campo, sdraiati al suolo tra rifiuti e pozzanghere. I più giovani scelgono di dormire in ginocchio, gli uni sugli altri nel mezzo delle transenne, pur di preservare un posto in fila per l’indomani. La città è una bolgia! Qualcuno riempie il vuoto del portafoglio con il digiuno. A volte il furto è l’unica soluzione per tirare avanti. Manca tutto, quindi si ruba di tutto. Lo si fa per il freddo, per la fame, per la disperazione. C’è chi si lascia andare vinto dalla stanchezza, rimanendo però sospeso a mezz’aria, sorretto dalla volontà del vicino, mai come ora fratello. Lo sforzo collettivo trasforma la folla in una creatura pensante, resiliente, animata dall’istinto di sopravvivenza. L’Europa dista appena un passo».(Emanuele Confortin)
È il 2011 quando Emanuele Confortin conosce per la prima volta l’esodo, nelle pianure del Pakistan meridionale sfiancate dalle alluvioni. Poi ancora più a nord, sulla via per l’Afghanistan dove infuria la guerra ai talebani, causa di una continua emorragia di esseri umani, costretti a fuggire dalle proprie case. Chiamateli come volete. Profughi, rifugiati o migranti. Alle loro spalle c’è la guerra, e come un tizzone ardente brucia senza sosta. Seguono persecuzioni, fame, miseria e cambiamenti climatici. La via europea passa per il Medio Oriente. In Iran, Iraq e Turchia, quindi in Siria, dove gli scontri hanno reso le case un inferno in terra. Partono in molti, centinaia di migliaia, attraverso i deserti, le frontiere e il mare, quella tomba che profuma di salsedine. La loro sopravvivenza, l’essersi salvati ha avuto un costo, saldato con la vita dei figli, dei fratelli e delle sorelle, dei padri e delle madri, degli amici inghiottiti dal luogo un tempo chiamato Patria. La guerra non può che avere un’anima democratica per colpire con tanta uguaglianza. Non distingue i bambini dai combattenti, i clown dai cecchini, gli ospedali dalle postazioni militari. Solo l’esperienza diretta riesce a spiegare l’esodo. Vissuta sul campo, dall’Asia al Mediterraneo, poi a nord, di confine in confine, nel fitto delle tendopoli o sulle strade dei Balcani. L’importante è vedere, ascoltare e provare a comprendere le migrazioni del nostro tempo, anche attraverso questa testimonianza. La mostra è visitabile fino al 15 dicembre negli orari di apertura del teatro.
Al termine dell’inaugurazione alle ore 19.30 lo spettacolo IO NON SONO UN NUMERO regia Sabrina Morena con Laura Bussani. Il numero è uno strumento utile per capire la realtà, ma anche un mezzo con il quale ridurre a oggetto le persone, spogliandole della loro particolare individualità. Ne nasce una riflessione approfondita sul tema dell’oggettivizzazione e della disumanizzazione della donna.
Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 oppure on line https://www.vivaticket.it/ita/event/io-non-sono-un-numero/143119
Venerdì 29 novembre 2019 – ore 18:00 Teatro Miela
TRIESTE A BELGRADO
Venerdì 29 novembre alle ore 18.00 al teatro Miela l’appuntamento letterario Trieste a Belgrado.
Sono sette autori triestini i cui libri sono stati tradotti e pubblicati negli ultimi decenni a Belgrado. Dall’italiano è stato tradotto Claudio Magris, Paolo Rumiz e Cecilia Prenz; dallo spagnolo Octavio Prenz e dallo sloveno Marko Sosič, Marko Kravos, Boris Pahor. Tre lingue e tanti generi letterari così si presenta Trieste a Belgrado. Tutti gli autori hanno accettato l’invito e volentieri prenderanno parte attiva all’incontro, si ricorderà lo scrittore Octavio Prenz , scomparso di recente.
A cura dell’associazione ACGS (Associazione Culturale Giovanile Serba) insieme con la prof.ssa Marija Mitrović. A seguire alle ore 21.00 lo spettacolo “Io non sono un numero”. Numeri che ci descrivono, statistiche che ci intrappolano, algoritmi che ci ingabbiano: una riflessione approfondita sul tema dell’oggettivizzazione e della disumanizzazione della donna. Con Laura Bussani, regia di Sabrina Morena. Prevendita c/o biglietteria del teatro (tel. 0403477672) tutti i giorni dalle 17.00 alle 19.00 oppure on line su vivaticket. Ricordiamo che è visitabile a mostra fotografica di Emanuele Confortin, DENTRO L’ESODO. Una mostra in bianco e nero che rappresenta le tappe, il percorso di ormai milioni di persone costrette alla migrazione per gli abusi, per le ingiustizie, per la guerra e ormai purtroppo anche per le condizioni climatiche. Scatti delle situazioni più intense, drammatiche, dolorose.