Dopo un’intensa “tre giorni” che ha visto impegnati i dieci ensemble che avevano raggiunto la seconda fase eliminatoria, nella giornata di lunedì 9 settembre si è giunti finalmente al verdetto di questa 20° edizione del Premio Trio di Trieste. Un’edizione importante, un traguardo -quello del ventesimo anno- che ci ha accompagnati per l’intera Stagione Concertistica 2019 di Chamber Music, con una versione “celebrativa” che ha visto il ritorno al Ridotto del Verdi dei vincitori di molte delle passate edizioni.
E celebrativa è stata anche la serata del concerto finale, con lo “showcase” dei vincitori. Ma andiamo con ordine: a fare gli onori di casa è stata Fedra Florit, Direttrice Artistica di ACM e vulcanica mente da cui è nata l’iniziativa del Premio Trio di Trieste. Oltre a ripercorrere brevemente la storia del Premio e ai dovuti ringraziamenti alla Giuria (presente in sala) e a tutti quelli che hanno collaborato alla buona riuscita di questa edizione, è stato il momento per l’annuncio ufficiale del podio. Che vede il gradino più alto vuoto: non è stato infatti assegnato il primo premio, mentre gli altri due scalini parlano italiano con il Trio Chagall (secondo) e il Quartetto Werther (terzo).
Le motivazioni di tale scelta sono state spiegate meglio da Luigi Piovano, presidente di giuria a cui è stata passata la parola subito dopo. La mancanza dell’assegnazione non è assolutamente da attribuirsi a una carenza di qualità nelle proposte di quest’anno, che anzi si è rivelata decisamente elevata. Solida preparazione e notevole musicalità non sono però sufficienti in quanto il primo premio richiede anche una forte maturità artistica, ed è solo questo l’elemento che secondo i giurati è mancato. Maturità che certamente entrambi gli ensemble saliti sul podio raggiungeranno a breve e la cui mancanza è ampiamente comprensibile e giustificabile se si guarda alla giovanissima età di tutti i loro membri. Ed anzi si può dire che in questo modo il Premio si è dimostrato fortemente coerente con la propria mission: individuare gruppi talentuosi e meritevoli, offrendo loro una vetrina internazionale utile per il prosieguo del loro perfezionamento e -appunto- della loro maturità.
È stato poi il momento delle premiazioni ufficiali, con Fedra Florit, Luigi Piovano e Maria Luisa Vaccari (Presidente di ACM) a consegnare tutti i premi, inclusi quelli speciali: il “Dario De Rosa”, il “Fernanda Selvaggio” e lo “Young Award 2019” (assegnato da una giuria di studenti cel Conservatorio Tartini), andati tutti al Trio Chagall.
E infine spazio alla musica, con il concerto-celebrazione dei vincitori. A iniziare è stato il Quartetto Werther, che oltre a presentare il brano d’obbligo del concorso (Voci V per violino, viola, violoncello e pianoforte di Gabriele Cosmi) ha deciso di portare al pubblico il Quartetto n.1 in do minore op.15 di Gabriel Fauré. Buona l’esecuzione dei quattro musicisti, con forse solo qualche momento debole nelle parti più concitate dei vari Allegro ma complessivamente molto convincente.
A chiudere la serata il Trio Chagall, che si è destreggiato con Robert Schumann e il suo Trio n.3 in sol minore op.110. Davvero ottima l’interpretazione del Trio, davanti alla quale non si è fatta fatica a trovarsi d’accordo con la decisione della giuria. Se infatti manca ancora quel piccolo step di maturità dovuto certamente alla giovane età, sono palesi tutti i semi di quella che certamente sarà una carriera davvero importante. Bravi in tutti i movimenti nonostante i cambi di atmosfera e di passo, i tre giovanissimi musicisti hanno saputo calarsi totalmente nella musica, con un’immedesimazione che ben traspariva non solo dalle note dei loro strumenti ma anche dalle espressioni.
Si chiude quindi così un’edizione che ha saputo portare grande qualità musicale a Trieste e che verrà ricordata per un altro fattore importante: con un podio tutto italiano, infatti, ha sottolineato l’importanza della scuola del nostro paese nel panorama mondiale della musica da camera.
Termina quest’edizione del Premio Trio di Trieste ma non l’attività 2019 di Chamber Music, che già il 30 settembre tornerà in scena con la prima data del 18° Festival Pianistico “Giovani interpreti e grandi maestri”, che ci accompagnerà fino a fine ottobre per una serie di concerti che certamente si dimostreranno imperdibili.
Luca Valenta / ©Instart