Il padovano Romolo Bugaro, per la categoria Narrativa con “Non c’è stata nessuna battaglia” (Marsilio) e l’udinese Mario Turello con “Ars combinatoria” (LaNuovaBase) per la sezione Leonardo – che si aggiungo alla padovana Emanuela Canepa con “L’animale femmina” (Einaudi), già proclamata vincitrice del Premio del Territorio – sono i vincitori del Premio Letterario Internazionale “Latisana per il Nord- Est” 2019.
Si è tenuta sabato sera, in un Teatro Odeon di Latisana gremito, la cerimonia di consegna ufficiale del Premio Letterario istituito nel 1994, giunto quest’anno alla sua 26° edizione, una rassegna che nel corso degli anni ha saputo divenire un punto di riferimento culturale per il Friuli Venezia Giulia e non solo, allargandosi anche Slovenia, Austria e Croazia, in quello che è ad oggi un concreto dialogo interculturale che conferisce alla manifestazione un respiro mitteleuropeo. Presentatore della serata, che ha visto in apertura l’intervento musicale a cura della Scuola di Musica di Latisana, è stato il giornalista e scrittore Andrea Scanzi, affiancato, alle letture, dall’attore, scrittore e intellettuale Moni Ovadia. Ad eleggere i vincitori sono state chiamate le due giurie, quella Tecnica, presieduta dalla Dott.ssa Cristina Benussi, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Trieste, e quella del Territorio, costituita grazie alla collaborazione con i sistemi bibliotecari della regione, dove ciascun centro sistema ha segnalato un lettore al fine della costituzione del gruppo giudicante. La serata di sabato ha chiuso un’edizione ricchissima del Premio, che ha visto nel suo calendario nomi di grande livello del panorama culturale, letterario e giornalistico italiano come il critico d’arte Vittorio Sgarbi e il divulgatore scientifico e volto televisivo Massimo Polidoro.
SCHEDE LIBRI VINCITORI:
“Non c’è stata nessuna battaglia” di Romolo Bugaro (Marsilio)
Un pomeriggio d’estate, un gruppo di amici quindicenni si dà appuntamento nel solito luogo di ritrovo, una piazza nel centro di Padova. È la metà degli anni Settanta, la stagione dei cortei e delle occupazioni, degli scontri fra manifestanti e polizia; i giovani protagonisti, però, non fanno politica, né sono interessati alle ideologie che infiammano il periodo.Tra crisi familiari e riavvicinamenti, cadute nel crimine e nella tossicodipendenza, sogni realizzati e desideri delusi, il romanzo di Romolo Bugaro segue il percorso del gruppo anche nei decenni successivi, intrecciando i destini personali alle trasformazioni del paese. In tutti i protagonisti, rimarrà vivo il ricordo della musica e delle voci di quel pomeriggio ormai lontano nel tempo, pieno di sole e gente in movimento: quella giornata resterà il centro nascosto, il fondamento segreto delle loro vite.
Romolo Bugaro (1962, Padova) ha pubblicato La buona e brava gente della nazione (Baldini e Castoldi 1998, finalista al premio Campiello, di prossima ripubblicazione presso Marsilio), Il venditore di libri usati di fantascienza (Rizzoli 2000), Dalla parte del fuoco (Rizzoli 2003), Il labirinto delle passioni perdute (Rizzoli 2006, finalista al premio Campiello) ed Effetto domino (Einaudi 2015). Per Marsilio, insieme a Marco Franzoso ha pubblicato anche I nuovi sentimenti (2006) e Ragazze del Nordest (2010).
“Ars Combinatoria. Sette saggi fra tarocchi e cibernetica” di Mario Turello (La Nuova Base)
Cosa unisce le note figure degli scrittori contemporanei Umberto Eco, Italo Calvino, Primo Levi e Gianni Rodari ai meno noti intellettuali rinascimentali Giovanni Fontana e Giulio Camillo Delminio, passando per i “giocatori” dell’Oulipo? Si tratta di un intreccio sottile e continuo fra la letteratura e la matematica, in particolare con la più specifica branca della combinatoria. E questo libro racconta di varie macchine meccaniche e di macchine generatrici, come il Telaio di Swift o il Versificatore di Levi; di artifici mnemotecnici e del Teatro della Memoria, anticipatore dell’ipertesto fondamentale alla nascita del web. Ma ci viene svelata anche la matematica sottesa alle opere letterarie dell’Oulipo e di Calvino e una imprevista ma profonda analogia strutturale fra Il nome della rosa e Il pendolo di Foucault di Umberto Eco. Coniugando sapientemente le quattro culture, questo libro si offre a tutti i lettori, dal più curioso al più esigente.
Mario Turello, saggista e critico letterario, è stato insegnante di materie umanistiche nelle scuole medie. E’ autore di articoli e saggi apparsi su quotidiani, periodici e riviste culturali. Si è occupato in particolare di Gianni Rodari, Italo Calvino, Umberto Eco, Primo Levi, Mircea Eliade, Aldous Huxley e della produzione letteraria del Friuli Venezia Giulia. In volume ha pubblicato due monografie su Giulio Camillo Delminio, indagando sui rapporti tra la mnemotecnica rinascimentale e l’informatica, e ha curato l’opera omnia del poeta barocco Ludovico Leporeo.
“L’animale femmina” di Emanuela Canepa (Einaudi)
Vincitrice del Premio Calvino all’unanimità, Emanuela Canepa mette a nudo non solo le contraddizioni delle donne, ma anche la fragilità degli uomini. E scrive un’educazione sentimentale in cui le dinamiche di potere si ribaltano, rivelando quanto siamo inermi, tutti, di fronte a chi amiamo. L’animale femmina segna l’esordio di Emanuela Canepa, vincitrice all’unanimità del Premio Calvino 2017. La giuria, durante la cerimonia, ha definito il romanzo «compiuto, maturo, di esemplare nitidezza nella struttura e incisivo nella lingua, che mette in campo uno spiazzante gioco di seduzione senza sesso e che, pur attento alla psicologia maschile, dà in particolare voce, con stringente analitica, alla forza carsica del femminile».
Emanuela Canepa vive a Padova, dove lavora come bibliotecaria. Questo è il suo primo romanzo.
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Comunicato Stampa