A 50 anni, l’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia ha l’aspetto di una bella signora, vivace, attenta alla crescita, alla cura, al benessere di intere generazioni. Che altro non sono se non il suo pubblico, per il quale lo spettacolo resta un impegno e un piacere comune. Cinquant’anni sono un anniversario importante. Tanto più per un circuito teatrale che annovera tra i suoi associati la Regione e più di venti Comuni, e la cui principale attività è la cura e realizzazione di 27 stagioni teatrali di prosa, musica e danza, oltre alla diffusione della cultura teatrale nelle scuole nonché la ristrutturazione e l’adeguamento delle sale gestite. Un anniversario come questo è quindi l’occasione per ripercorrere una storia, che non è solo quella di una regione, ma dell’intero Paese, delle sue trasformazioni, del suo bisogno di teatro.
Per festeggiare questo importante traguardo, l’ERT, la Regione FVG e l’ERPAC-Ente Regionale per il Patrimonio Culturale, con il sostegno della Fondazione Friuli e il contributo di CrediFriuli, hanno messo a punto diverse iniziative illustrate oggi, 11 settembre, nel corso di una conferenza stampa tenutasi nella sede udinese della Regione.
I saluti istituzionali
A fare gli onori di casa l’Assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli. «Cinquant’anni dalla fondazione dell’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia – ha spiegato – sono cinquant’anni di cultura e di grandi spettacoli che hanno segnato anche la storia della nostra regione. La ricorrenza rappresenta una tappa importante, da un lato perché l’Ente ha saputo consolidare la sua presenza sull’intero territorio regionale, e dall’altro per la capacità di coniugare le programmazioni nazionali con quelle locali, valorizzandole e portandole all’attenzione di un pubblico in costante crescita». E, infatti, sono i numeri a parlare. L’affluenza media di pubblico non scende sotto l’80% da ben dieci anni, raggiungendo nella stagione 2018/2019 l’86% con oltre 6 mila abbonati e 70 mila presenze. «L’auspicio – ha concluso Gibelli – è che l’ERT continui su questa strada, anche perché in un mondo sempre più dominato dalla tecnologia, c’è e ci sarà sempre più il bisogno di riscoprire tutte quelle emozioni che solo uno spettacolo dal vivo è ancora in grado di dare».
Di una «storia che è l’insieme di molte storie, di operatori appassionati, di professionisti, di teatri, di paesi, di pubblici, di spettacoli, di cultura» ha parlato il presidente dell’ERT, Sergio Cuzzi. «Non si tratta di una celebrazione autoreferenziale rivolta ad addetti ai lavori – ha spiegato –. Le iniziative pensate per questo 50° puntano su persone curiose, interessate a conoscere meglio un aspetto significativo della nostra Regione: un’eccellenza del Friuli Venezia Giulia. Il nostro punto di vista, un po’ particolare – ha proseguito –, è quello di chi sbircia in platea da dietro il sipario, ancora chiuso, prima dello spettacolo. Ciò che vediamo è una realtà consolidata che ci consente di affermare che la regione, nei territori di provincia in particolare, è cresciuta culturalmente in questo mezzo secolo anche grazie all’attività del nostro ente. Di ciò siamo consapevoli e fieri».
La vicepresidente dell’ERT, Annamaria Poggioli, è intervenuta in qualità di coordinatrice degli eventi per il 50imo: «raccontare mezzo secolo di storia in un libro e dentro una mostra, attraverso i contributi più importanti e le persone più significative che hanno reso grande l’Ente teatrale della nostra Regione, è stata impresa ardua ed esilarante insieme. Sono onorata di aver coordinato il Comitato artistico di questa stupenda narrazione, composto da persone preparate e competenti: attraverso mesi di lavoro, abbiamo condiviso metodi e finalità per scegliere il meglio di un passato carico di suggestioni, tra prosa, musica e danza. Il nostro obiettivo, però, non tende semplicemente a celebrare ma a lanciare nuove sfide, atte a rafforzare la cultura teatrale, ad intercettare sollecitazioni sempre nuove, nell’interesse delle nostre comunità e in particolare dei giovani».
«Il nostro impegno per il territorio – ha aggiunto il Presidente CrediFriuli, Luciano Sartoretti – si concretizza anche attraverso il sostegno di quelle realtà peculiari come l’ERT, che da 50 anni opera come promotore della cultura teatrale nella nostra Regione».
Lungo circuito: la mostra, il volume-catalogo, la serata evento
Di circuiti teatrali in Italia ce ne sono una quindicina e rappresentano la spina dorsale del sistema teatrale nel nostro Paese. È grazie a loro che chi vive in provincia può incontrare il grande teatro, la musica e la danza. Non poteva chiamarsi che Lungo circuito, dunque, il progetto curato e ideato da Roberto Canziani, critico teatrale, esperto di teatro italiano e internazionale, docente all’Università di Udine e alle accademie Silvio d’Amico di Roma e Nico Pepe di Udine. Un titolo che vuole sottolineare proprio la duratura presenza dell’ERT e l’attività che, a partire da quel lontano settembre 1969, lo ha visto tra i protagonisti della vita culturale dell’intera regione.
«Quando sentiamo la parola circuito – racconta Canziani – pensiamo subito a quello elettrico o a quello automobilistico. Un circuito teatrale è una cosa diversa. È un modo per dare anche a piccole città, ai territori di provincia, la possibilità di godere del grande teatro, e anche della musica e della danza. Cose che nei decenni precedenti erano riservate alle città metropolitane, ai capoluoghi». Il circuito ERT è sicuramente lungo, perché da 50 anni l’ente lavora per assicurare alle piccole sale del territorio una programmazione di qualità, che vuol dire rispetto e fiducia negli spettatori che le frequentano. E sono tanti. Negli ultimi 25 anni le oltre 20 sale del circuito hanno ospitato quasi 2 milioni di spettatori. Dal teatro di Pontebba fino a quello di Grado, dalle sale più ampie, come quella di Sacile, fino a quelle con solo un centinaio di posti. «Che cinquant’anni siano un anniversario importante – continua l’ideatore del progetto –, lo sanno tutti. Per un’istituzione che si occupa di teatro lo sono ancora di più. Perché i cinquant’anni dell’ERT ci possono aiutare a capire, attraverso il teatro, come è cambiata l’Italia intera. Dalla fine degli anni Sessanta, anni di un diffuso impegno politico, fino alla crisi dell’economia e del pensiero, tipica del nuovo Millennio. Crisi dalla quale oggi, mentre stiamo entrando nei nuovi anni Venti, non ci siamo ancora risollevati. Mentre selezionavo e mettevo assieme i documenti, le fotografie, i manifesti teatrali, che compaiono nel libro e nella mostra – prosegue Canziani – pensavo a com’è cambiata l’Italia. Il teatro, si dice spesso, è lo specchio della società, ma è anche la proiezione delle sue speranze, la critica delle sue cattive abitudini».
Ma entriamo nel dettaglio del programma.
La mostra
Non poteva che partire da un racconto per immagini questo percorso a ritroso nella memoria dell’ERT. Un viaggio espositivo che troverà spazio nella cinquecentesca Villa Manin di Passariano di Codroipo (UD). Ambientata in un paesaggio teatrale realizzato dallo scenografo Andrea Stanisci e ispirato all’opera dell’artista Stefano Mancini, la mostra – che sarà inaugurata sabato 14 settembre alle 11.00 nella Barchessa di Levante e sarà visitabile fino al 13 ottobre con ingresso gratuito – è suddivisa in otto sezioni: dalla missione dell’ERT a un viaggio fotografico nelle sale attualmente gestite, fino all’Archivio Rodolfo Castiglione, che raccoglie la documentazione dell’ERT ed è dedicato a colui che, per lungo tempo, ne è stato presidente e direttore. In mostra anche una vera e propria cascata di immagini per ripercorrere tutte le stagioni che hanno visto i grandi nomi del teatro italiano calcare i palcoscenici delle tante sale regionali. Non poteva mancare una sezione dedicata alla relazione tra teatro e scuola fino a un omaggio dedicato al rapporto con il Friuli e, in particolare, a I Turcs tal Friûl di Pier Paolo Pasolini.
I materiali della mostra provengono tutti dall’Archivio Rodolfo Castiglione, custode della storia dell’ente. L’impianto teatrale, basato sull’illustrazione di Mancini, comprende anche un teatrino in miniatura, una serie di immagini friulane di Italo Zannier e 11 maschere di Commedia dell’Arte, creazioni originali di Amleto e Donato Sartori e della loro Bottega.
La mostra Lungo circuito è inserita all’interno del programma de Nel giardino del Doge Manin, manifestazione florovivaistica che da tre anni “mette le radici” nel parco storico più grande della regione. Sabato 14 settembre alle 11.00, dopo l’inaugurazione della manifestazione, una performance della compagnia di danza Arearea accompagnerà il pubblico fino agli spazi espositivi della Barchessa di Levante per una visita guidata alla mostra condotta dal curatore Roberto Canziani. Alle 15.00, invece, all’ingresso della mostra, l’attore e regista Massimo Somaglino presenterà Dafne, Mirra, metamorfosi per radici, una lettura ispirata a due miti tratti dal poema di Ovidio.
L’esposizione Lungo circuito sarà visitabile con ingresso libero fino al 13 ottobre: dal martedì al venerdì dalle 15.00 alle 19.00, il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 19.00 (lunedì chiuso). INFO: www.ertfvg.it, info@ertfvg.it o 0432 224211.
Il volume-catalogo
Impossibile in una sola esposizione raccontare tutto il passato, i protagonisti, le storie di 50 anni dell’ERT. Nasce da qui la proposta di accompagnare la mostra con un volume-catalogo. Una pubblicazione di 200 pagine che attraverso numerosi approfondimenti e fotografie accompagna e commenta la mostra. «I manifesti, le fotografie degli attori e degli spettacoli che presentiamo, come se avessimo aperto i cassetti della recente storia teatrale in questa regione – spiega ancora Canziani –, saranno stimoli per i visitatori. Perché ogni fotografia riattiva il ricordo e recupera sensazioni, emozioni che magari erano state dimenticate, immagini che per la natura stessa del teatro si erano dissolte. Fa bene, di quando in quando, tornare a guardarle. È come guardare e scoprire come siamo e come eravamo».
La serata-evento al Palamostre
Tante sorprese attenderanno il pubblico chiamato sabato 28 settembre (ore 20.45) al Palamostre di Udine per la grande serata evento organizzata per festeggiare il traguardo dei primi 50 anni dell’ERT. Grazie alla regia affidata a Giuliano Bonanni, spettatori e artisti, insieme a tutti coloro che in questi decenni hanno fatto crescere l’ERT e ne hanno modellato la fisionomia, si ritroveranno al teatro udinese per una festa di compleanno aperta a tutti (prenotazioni entro il 27 settembre ai numeri 0432 224211/88).
«Numeri e diversità degli interventi in programma per la serata – commenta Bonanni – stanno a testimoniare che, in questi 50 anni, l’ERT ha svolto un’attività molto varia e importante sul territorio. Quello che al Palamostre metteremo in evidenza – spiega – non sarà solo il passato, ma anche e soprattutto il futuro. Una sorta di trampolino di lancio che proietti l’ERT verso i prossimi 50 anni di attività». Per come è stato pensato dagli organizzatori, lo spettacolo sarà all’insegna della festa del teatro. «Non un’autocelebrazione o un revival, dunque – continua Bonanni –, ma una vera e propria festa, che metta in risalto l’operato dell’Ente soprattutto nel creare relazioni e sinergie dal punto di vista artistico. Gli interventi che si alterneranno sul palco, dal teatro alla musica, fino alla danza vogliono essere un regalo che gli artisti porteranno all’ERT e al suo pubblico. Quasi tutti – precisa ancora il regista senza però svelare ancora il nome degli ospiti per lasciare l’effetto sorpresa – realizzati appositamente per la serata».
L’ERT e la collaborazione con l’ERPAC
La collaborazione tra l’Ente Regionale per il Patrimonio Culturale della Regione Friuli Venezia Giulia (ERPAC) e l’ERT ha permesso la realizzazione della mostra e del catalogo.
Nel 2016 l’ERT ha iniziato a collaborare con il Sistema Informativo del Patrimonio Culturale (SIRPAC) e ha scelto di aderirvi perché condivide la politica di promozione e diffusione del patrimonio culturale regionale dell’ERPAC. Per questo 50° anniversario, l’ERPAC ha fatto sì che potessero essere catalogate, archiviate e inserite nel SIRPAC 250 fotografie e beni storico-artistici conservati nell’Archivio Rodolfo Castiglione. Il progetto catalografico elaborato di concerto dai due enti ha optato per una visione il più ampia possibile, in particolare riguardo al fondo fotografico, che oggi vede ben rappresentato il periodo dagli anni ‘50 a oggi, attraverso i lavori di una cinquantina di fotografi e artisti.
Comunicato Stampa