L’ARTE DI VIRGILIO TRAMONTIN, ICONA DELL’INCISIONE DEL XX SECOLO, TORNA ALLA GALLERIA SAGITTARIA DI PORDENONE: DOPO IL GRANDE OMAGGIO CHE HA ILLUMINATO LA SUA PITTURA NEL 2013, APRE SABATO 14 DICEMBRE LA PRIMA MONOGRAFICA DEDICATA ALLE OPERE SU CARTA, UNA MOSTRA INEDITA: CARTE DISEGNATE A MATITA, A CARBONCINO, COLORATE CON PASTELLI E ACQUARELLI, A VOLTE PREPARATORIE PER LE INCISIONI O APPUNTO VISIVO PER I DIPINTI. UNA STRAORDINARIA SEQUENZA DI “SGUARDI” RIUNITI COME UN DIARIO ARTISTICO E PERSONALE, DA SCOPRIRE A CASA ZANUSSI PER RITROVARE LA POESIA DI UN GRANDE ARTISTA FRIULANO.
Un grande patrimonio d’arte, e al tempo stesso un appassionato archivio di memoria storica che restituisce paesaggi, vedute di città, volti, figure, case, chiese, castelli, palazzi, oggetti, fiumi, rogge, colline e montagne, dal Friuli al Veneto, dall’Italia all’Europa. Questo il leit motiv della mostra “Virgilio Tramontin. Opere su carta“, che raccoglie un’ampia e suggestiva selezione fra molte migliaia di “carte” da uno dei più poetici artisti friulani, Virgilio Tramontin, incisore iconico ma anche disegnatore e pittore di intensità e delicatezza. Dal 14 dicembre l’arte di Virgilio Tramontin torna alla Galleria Sagittaria di Pordenone e a Casa Zanussi, la realtà culturale che Tramontin, nativo di S. Vito al Tagliamento, aveva con entusiasmo contribuito a vivacizzare sin dai primi anni della fondazione, stimolando contatti con artisti e critici. In esposizione, da sabato 14 dicembre al 23 febbraio 2020, il pubblico troverà 150 lavori su carta realizzati durante tutta la vita artistica di Tramontin a partire dal 1924, anno cui risale il primo dei block-notes da lui conservati e lasciati dopo la morte. Sei anni fa, nel 2013, il Centro Iniziative Culturali Pordenone aveva reso omaggio alla pittura di Virgilio Tramontin con la prima grande monografica dedicata ai suoi ritratti e paesaggi, opere di straordinario lirismo ancora poco conosciute, perché l’autore le aveva custodite con riservatezza, quasi fosse un privato ambito d’emozioni. Il percorso 2019 offrirà una caleidoscopica sequenza di “sguardi”, riuniti come fossero un “diario” artistico e insieme personale: per scoprire o ritrovare luoghi e persone del nostro passato. La vernice della mostra è in programma sabato 14 dicembre alle 17.30, nella Galleria Sagittaria di via Concordia 7: interverranno il presidente PEC Luciano Padovese e il curatore Giancarlo Pauletto, insieme alla presidente del Centro Iniziative Culturali Pordenone Maria Francesca Vassallo, che spiega: «Tramontin è, come Nievo e Pasolini, fra i più coinvolti e alti poeti friulani. Il suo intenso lirismo si è nutrito dei nostri paesaggi geografici ed umani, ma sa parlare a chiunque, al di là di qualsiasi confine geografico». La mostra sarà visitabile fino al 23 febbraio, con ingresso gratuito dal martedì alla domenica, dalle 16.00 alle 19.00. Catalogo in Galleria. Info: Centro Iniziative Culturali Pordenone, tel. 0434.553205 www.centroculturapordenone.it
Spiega il curatore, Giancarlo Pauletto: «durante la preparazione della mostra, scorrendo molte migliaia di fogli, ci siamo resi ben conto da dove viene la maestria di Tramontin: da uno sguardo mai meccanico, mai di routine sulla realtà, da lui considerata come perenne sorgente di una bellezza, che è compito dell’artista saper riconoscere e restituire. Colpisce la straordinaria qualità di tantissimi materiali. La famiglia è un soggetto centrale del quotidiano lavoro grafico di Tramontin, ma non solo. Nel 1938 viene disegnato un cortile in cui razzolano oche galline e polli, nel 1948 la fabbrica perfosfati di Portogruaro, che si sta costruendo, o probabilmente ingrandendo, viene resa contro il cielo con una trama di segni che non smettono di essere una sorta di ricamo, pur essendo perfettamente efficaci a rendere la mole imponente dell’edificio. Nel ’50 una Venezia assi liberamente toccata, ricca d’aria e di luce, è riconoscibile studio iniziale per una celebre incisione coeva. E via e via: alberi favolosamente inerpicati nello spazio del cielo, la corteccia di una betulla ricamata in tutte le sue increspature, città e paesi, ritratti e oggetti, e infine La trota di Quinto, nel 1985: acquarello di inarrivabile preziosità, pur nella corposa presenza dei dati reali che suggeriscono la composizione».
comunicato stampa