S’intitola “Pelle su pelle” ed è uno spettacolo teatrale di maschera e musica – finanziato tramite il bando regionale sulle iniziative culturali a favore dei giovani – che affronta il tema della modalità “partecipata” dell’affido familiare, analizzando ogni singola fase del delicato iter, dalla bozza iniziale di progetto alla conclusione dello stesso, con il felice ritorno del minore nella famiglia d’origine. Ideata, scritta e diretta da Federica Sansevero, la performance invita a riflettere sull’essenza della maternità e sulla necessità del dono come vincolo comunitario: l’affido partecipato si basa infatti sul dialogo aperto con tutti i soggetti protagonisti dell’esperienza (famiglia d’origine, ragazzo, famiglia affidataria), che vengono coinvolti e ascoltati in ogni fase del percorso. Dopo due mesi di prove negli spazi di villa Mauroner, a Tissano, lo spettacolo ha esordito con una prova aperta per gli esperti del settore; ha fatto seguito una replica a beneficio degli studenti dell’Isis Caterina Percoto di Udine. Il 29 novembre “Pelle su pelle” sarà finalmente aperto al pubblico, che potrà assistere a questo interessante e istruttivo momento di teatro nell’auditorium di Pasian di Prato, alle 20.30: in scena Ivan Buttazzoni, Federica Sansevero, Abidin Lanza, il chitarrista Raffaello Indri (che firma le musiche) e Flavia Quass (voce). Luci e scenografia sono a cura di Dennis Mazzolin. Successivamente inizierà un percorso con il Servizio Sociale dei Comuni del Torre, in collaborazione con il Distretto Sanitario di Tarcento, la cooperativa sociale Athèna e l’associazione La Viarte, che sfocerà nella riproposizione della performance in una nuova forma. Sono partner del progetto anche i mediatori culturali Acli. Partecipare alla costruzione di un piano di affido significa sostenere le famiglie di origine nel momento di fragilità – consentendo loro di mantenere un ruolo attivo, assieme agli altri attori -, aiutare il minore a comprendere cosa sta accadendo e le famiglie affidatarie a confrontarsi con le paure e le resistenze nei confronti di quelle d’origine dei minori, facendo i conti con i propri pregiudizi. Tutto questo grazie al ruolo di operatori che diventano facilitatori e promotori di relazioni.
Comunicato stampa