Le due storie trovano nei simboli e nelle figure dei tarocchi i loro personaggi, con il Fante di Bastoni come protagonista. Nella prima, L’Orco con le penne, un Re sta male e necessita di una penna dell’Orco per guarire. Nobil Fante di Bastoni, suo fedele consigliere, si incarica di procurargliela e intraprende un viaggio ricco di incontri e avventure. Nella seconda, I due compari mulattieri, CompareMatto e CompareFante di Bastoni sono soci e un giorno fanno una scommessa: “…aiuta di più Dio o il Diavolo?…”. Come si può ben capire, da quel momento, cominciano i loro guai. Il Fante di Bastoni è stato scelto come personaggio centrale perché, come citano i manuali di interpretazione dei Tarocchi, è un arcano di movimento, consiglia di agire tempestivamente, di non rimandare una decisione, rappresenta un amico leale, un innamorato, un domestico fidato, uno straniero, ha a che fare con i viaggi e con qualcosa che viene da lontano. E poi perché ha il bastone, che non è la spada del cavaliere, che lo accomuna agli eroi del teatro popolare dei burattini. Le due fiabe che compongono lo spettacolo, infatti, fanno parte della tradizione popolare, così come i Tarocchi: la prima ha il suo inizio nella corte di un Re e per questo è interpretata dalle figure tratte dai Tarocchi del mazzo Visconteo, (l’Imperatore, il Bagatto, l’Eremita, il Fante di Bastoni, il Fante di Coppe, il Matto, il Papa, la Temperanza, la Forza,…), la seconda che parla di due lavoratori proprietari di muli è invece affidata alle figure dei Tarocchi di Marsiglia, (il Fante di Bastoni, il Matto, il Cavaliere di Coppe, Il Cavaliere di Spade, Il Cavaliere di Bastoni, Il Diavolo, il Mondo,…). I personaggi e gli ambienti delle due storie prendono forma e corpo attraverso le immagini e i simboli degli Arcani Maggiori e Minori: un “teatro da camera” che si svolge tra un tavolinetto coperto da un broccato, una sedia rovesciata e una filastrocca canticchiata da Elisenda, misteriosa chiromante che apre e chiude lo spettacolo: “..sabato e domenica, sabato e domenica…/ sabato e domenica, sabato e domenica…/ e lunedì…”. Verdid’Estate si concluderà mercoledì 2 agosto: un re molto vanitoso sarà il protagonista di I vestiti nuovi dell’imperatore, tratto dalla fiaba di Hans Christian Andersen, produzione Dedalofurioso, Matàz Teatro. La storia, di estrema attualità, ci parla della nostra difficoltà a fidarci di noi stessi, della paura di dire quello che pensiamo apertamente, della tendenza a compiacere chi ha potere, dell’ipocrisia di fronte al rischio di perdere dei privilegi, della paura di essere giudicati.