S’inaugura venerdì 25 ottobre 2019 alle ore 18.30 alla Sala Comunale d’Arte (piazza Unità d’Italia 4) di Trieste, la mostra personale della pittrice triestina Loredana Riavini, che sarà introdotta sul piano critico dall’arch. Marianna Accerboni. Nella mostra, intitolata “Controluce”, sarà esposta più di una trentina di opere realizzate ad acrilico per la maggior parte su tavola tra il 2013 e il 2018. Fino al 17 novembre (orario ogni giorno 10 – 13 e 17 – 20).
Un delicato sentire, sostenuto da un controluce intenso ed equilibrato – scrive Accerboni – connotano le atmosfere silenti ma vitali di Loredana Riavini, pittrice triestina capace di evocare in modo poetico e vivace il passato per raccontare anche il presente e il futuro.
Il tempo – quello narrato nei suoi dipinti – è per Loredana un elemento fluido. Si attesta nelle consuetudini, nei modi e nelle mode di ieri, attraverso l’amore per elementi d’arredo, oggetti, dimore contadine, spazi vitali, dettagli di utensili e atmosfere, che lei con la sua pittura, precisa ma anche libera, coglie e ferma, testimone discreta e gentile di più vite passate in quei luoghi. Di mani che hanno tessuto e accarezzato quei pizzi, di silenzi e di cambiamenti. Ma tutto è intatto nei suoi paesaggi e nelle sue nature morte e sfugge sottilmente all’ingiuria massima del tempo, che è la distruzione.
Loredana con la sua pittura dilata ed eterna la realtà del tempo attraverso semplici simulacri domestici del quotidiano, mentre una luce, resa con abilità tecnica ineccepibile, rende sereno il contesto. Poi però lei mostra di saper andare oltre, “ricamando” con il pennello anche soluzioni di vita diverse e più avanzate, ed ecco le vecchie reti trasformarsi quasi in presenze umane.
E poi c’è il mare con i suoi gorghi sottili, che la Riavini sa interpretare con segno puntuale, fortemente incisivo nella sua apparente semplicità, e attraverso cromatismi e scelte tonali assorte e bilanciate, evocatrici di una cultura visiva e pittorica nordica, comune al sentire di non pochi artisti triestini.
Discrezione, sottile lirismo, silenzio, capacità di fantasticare compongono un amarcord rivolto all’attualità e al futuro, che Riavini sa sostenere con una maturità professionale e tecnica completa, propria di chi alla pittura è stato educato in un’importante e prestigiosa fucina di talenti quale l’Istituto Statale d’Arte. Sotto la guida di sapienti maestri, spesso essi stessi artisti, tra cui Riccardo Bastianutto per le tecniche pittoriche, Dino Predonzani per la progettazione decorativa delle navi, Girolamo Caramori per l’incisione, Ugo Carà per la plastica, Ladislao De Gauss per il disegno dal vero ed Edda Serra per la letteratura.
Collocandosi, agli esordi, nell’ambito di una pittura narrativa di timbro tradizionale, nell’evolversi del tempo Loredana si è staccata dalla pittura classica en plein air di memoria impressionista, per affidare al dettaglio e alla sua garbata fantasia, l’innovazione del proprio linguaggio, che è sempre proceduto costantemente verso la sintesi e il simbolismo rappresentato dal concetto di una parte per il tutto. Senza dimenticare – conclude Accerboni – per quanto riguarda la competenza tecnica – elemento molto importante, oggi non sempre molto considerato – il supporto della conoscenza delle tecniche pittoriche antiche e classiche, che consistono per esempio nella preparazione del fondo con il gesso e la colla caravella o nella rifinitura del dipinto con la gommalacca, che l’artista addotta da sempre per uniformarne la stesura finale.
Segreti che fanno la differenza, accanto al talento.
DOVE: Sala Comunale d’Arte · piazza Unità d’Italia, 4 · Trieste
ORARIO: tutti i giorni ore 10 · 13 e 17 · 20
A CURA DI: Marianna Accerboni
CATALOGO: no