Si è conclusa domenica scorsa, 27 settembre, la stagione 2020 dei concerti in Basilica, con una serata che ha visto la felice collaborazione tra l’orchestra giovanile Filarmonici Friulani e il Coro Polifonico di Ruda. La serata è stata anche l’occasione per premiare il vincitore del primo concorso rivolto ai giovani compositori, indetto dall’orchestra dei Filarmonici Friulani nell’ambito del progetto “La gnove musiche”.

Nella suggestiva cornice della basilica aquileiese, hanno aperto il concerto gli archi dell’orchestra giovanile diretta dal M° Walter Themel, con il Gloria a 16 di Andrea Gabrieli, sfruttando lo spazio e i riverberi della basilica che hanno avvolto il pubblico in un sentire quasi mistico.
A seguire è salito sul palco il Coro Polifonico di Ruda, diretto dal M° Fabiana Noro, con l’esecuzione di Spassenye sodelal di Pavel Chesnokov, Der Psalm 23 di Franz Schubert, Lux Aurumque di Erik Whitacre, Expergisci di Kentaro Stato e Ubi caritas et amor di Manolo Da Rold. Ad accompagnare il polifonico, il pianoforte di Ferdinando Mussutto. Il coro ha incantato il pubblico con la profondità delle voci virili, in una versatilità timbrica che spaziava da una sonorità potente a una più delicatamente cristallina, sorprendendoci sempre con il calore dei bassi così vibranti. Emozionante dunque la prima parte del concerto, il cui unico dubbio è da riversarsi sulla scelta del repertorio, forse tutto un po’ troppo moderato, anche se non si può negare che questa dilatazione temporale ha permesso alle voci di sposarsi indissolubilmente con le eco della basilica.

Sono tornati poi sul palco i Filarmonici Friulani, con l’esecuzione delle Murfaust Suite del friulano Gianfranco Plenizio. Una suite per 22 archi solisti e pianoforte, in cui si percepiscono le influenze cinematografiche del compositore (ricordiamo che ha dedicato la sua carriera artistica in particolar modo alla musica per film, collaborando con grandi registi italiani ndr), non sempre facile da seguire, ma la cui simpatia non poteva che essere messa in risalto dalla bacchetta del M° Themel.

Si è giunti infine al punto centrale della serata, con la premiazione del vincitore del primo concorso di composizione “La gnove musiche”: Alessio Domini, con il suo brano Seirenes. Com’è lo stesso compositore a spiegarci, l’idea ispiratrice della composizione nasce da un frammento testuale di Leonardo da Vinci, dedicato al mitologico canto delle sirene, che avvince gli uomini con il suo fascino irresistibile trascinandoli inesorabilmente verso la propria disgrazia. Questo frammento è divenuto la parte centrale, il «cuore» della composizione, in un clima musicale salmodico dove il tempo sembra sospendersi. Nella prima sezione, un testo in friulano di Amedeo Giacomini richiama in termini e ambientazione contemporanei la capacità della musica, del canto, del ballo di rapire l’essere umano e di trasportarlo in una dimensione diversa, dalle caratteristiche ambivalenti, in bilico tra la tentazione demoniaca e l’ispirazione celestiale. Nella parte conclusiva, di andamento più veloce, compare invece il testo omerico tratto dall’Odissea che riporta il canto delle Sirene nell’originale stesura in greco antico. L’intenzione fondante dell’opera è quella di mettere in relazione, attraverso il frammento leonardesco, mondi e culture lontani non solo geograficamente: antico e contemporaneo, aulico e popolare, epico e quotidiano.
La tematica portante della composizione, spiega Alessio Domini, è dunque il potere del suono, del canto, della musica sull’animo umano; e non è casuale la scelta che ad enunciare il canto delle Sirene sia proprio, in antitesi, un coro virile: ad interessare, qui, non è la fonte del canto ammaliatore, ma coloro che subiscono il fascino della musica indescrivibile, venendo sopraffatti dal suo potere al contempo beatificante e devastante: gli uomini. Se la musica ha il potere di corrompere le menti umane e portare alla rovina, è sempre attraverso la musica che gli uomini stessi, assieme alle voci potenti del coro virile, possono trovare il proprio riscatto.

Tutti questi elementi e pensieri si sono concretizzati nella musica del M° Domini, anche se a tratti con eccessiva prudenza, ma certamente con entusiasmo e sensibilità artistica, e l’esecuzione dell’orchestra e del Coro Polifonico di Ruda ne hanno senza dubbio messo in risalto le doti compositive.
I migliori complimenti ad Alessio Domini e al suo talento di scrittura, con l’augurio che la sua musica possa continuare a rappresentare degnamente e ad aprire la strada a “la gnove musiche”, di una generazione di musicisti che ha tanto da dire e ha voglia di farlo, speriamo, anche al di fuori del nostro territorio.

Maria Beatrice Orlando © instArt

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