È stato un gran bel concerto! Un tributo dell’artista alle grandi voci e ai grandi interpreti della musica mondiale, tutto in arrangiamenti blues e affini. Battisti, Mina, Etta James, Depeche Mode, Pino Daniele, Tracy Chapman e naturalmente Irene grandi, per citarne alcuni.

Sul palco, oltre a lei, quattro musicisti col pelo sullo stomaco! Scrivere “bravi” è poco! Una pulizia di suono che ultimamente si fa fatica a sentire nelle tanto blasonate rappresentanze del nuovo che avanza. Blues, rhythm and blues, gospel, soul, interpretati in modo superlativo con quell’inconfondibile suono di Hammond animato da un Pippo Guarnera in grandissima forma. Con lui ci sono Fabrizio Morganti alla batteria dai mille colori sapientemente mescolati, Piero Spitilli al basso dalle frequenze ben scandite nello spettro generale degli strumenti, Saverio Lanza alla chitarra che interviene sapientemente e al momento giusto con le note e abbellimenti che accompagnano la splendida voce di Irene Grandi. Il suono all’interno del teatro è ottimo.

Pubblico naturalmente contingentato, impietosamente mascherato nonostante il green pass, ma caldissimo e numeroso nonostante tutto.

Irene Grandi ha una personalità vulcanica, sprigiona energia positiva e un sorriso che sa di gioia pura mentre la sua voce dal timbro unico si espande nell’etere. Il festival della voce ha fatto centro con questa grande artista che affronta un percorso storico tra le canzoni dove voci veramente importanti della musica hanno spaziato. Lo fa con semplicità e rispetto nonostante non abbia nulla da invidiare viste le vibrazioni che genera quando appoggia sospirando o graffia per enfatizzare le armonie blues. I brani della sua carriera naturalmente sembrano più nelle sue corde dal punto di vista interpretativo generale dove la sua voce veramente si ritrova perfettamente nel suo ambiente nonostante la rivisitazione stilistica. Il suo concerto è un viaggio alle sue origini, quando da giovane ascoltava questa musica e mai immaginava che la vita le avrebbe riservato la sorpresa di poterle cantare di fronte ad un vero pubblico a fama raggiunta. Si Irene Grandi è cantante e musicista. L’abbiamo vista in passato con la chitarra a San Remo, ed in questo concerto a Maniago tra cembalo piccole percussioni e la fisarmonica a bocca, fa capire come i grandi artisti sono proprio nati con una predisposizione naturale alla musica, come elemento imprescindibile della loro natura.

Quasi due ore di concerto potente, coinvolgente, dove il pubblico presente non ha lesinato applausi e ovazioni. Una serata dove al di là della cornice musicale, la sublimazione della voce unica di Irene Grandi ha avuto il giusto riconoscimento. Il bello di questo festival è proprio l’attenzione allo strumento voce, quello che appena lo ascolti lo riconosci. Siamo di fronte ad una artista che fa emozionare al solo ascolto della sua voce, anche se proposta tra suoni rock o blues solitamente gravi ed energici e quasi mai melensi. Irene Grandi a Vocalia ha dato vita ad un progetto che funziona presentandosi sul palco, a modo suo, tra energia, sorrisi e calde note vocali. Grazie a Vocalia per aver portato le sue vibrazioni sul palco del Verdi di Maniago e grazie a Irene Grandi per aver portato la sua voce e la sua arte nel mondo della musica italiana e mondiale.

Questa sera a Vocalia ci sarà Matt Bianco, ma questo ve lo racconto domani.

© Massimo Cum per instArt

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