Unico, imprevedibile, istrionico Vinicio Capossela è un concentrato di creatività, cultura musicale, libertà. Ne sa qualcosa chi ha assistito al coinvolgente e travolgente concerto andato in scena al teatro Nuovo Giovanni da Udine domenica 17 novembre, tappa friulana del tour “Ballate per uomini e bestie” che il cantautore irpino sta portando nei più importanti teatri classici, di tradizione ed enti lirici italiani. L’appuntamento in cartellone per la rassegna Note Nuove ideata e organizzata da Euritmica con il sostegno della Regione Autonoma FVG, ha regalato a chi c’era (chi non c’era ha sicuramente avuto torto!) due ore abbondanti di musica, filosofia, poesia e denunzia.
Se all’inizio è lo stupore a farla da padrone, alla fine quel che rimane è una sensazione di pura gioia per avere avuto il privilegio di partecipare a un incredibile viaggio un mondo fantastico evocato con la solita maestria da Vinicio Capossela, fulgido artigiano della parola e sagace alchimista di suoni.

Fresco vincitore del Premio Tenco 2019 nella categoria “Miglior disco in assoluto” con “Ballate per uomini e bestie”, undicesimo album inedito del cantautore nato ad Hannover, Capossela sul palco del Giovanni da Udine si è divertito a giocare con maschere e cappelli dando vita a una carrellata di strampalata umanità in cui uomini e bestie non si distinguono nemmeno nel genere umano. Lo show è calato in una scenografia semplice, ordinata ma tremendamente icastica, che rende con potenza l’ambientazione delle storie trasformandosi in caverna, in cattedrale e in prigione.
La forza travolgente della musica è frutto di un sapiente intruglio di suoni cupi, percussivi, di richiami al folk, alla leggerezza ed eleganza della musica antica fino rock più energico e al punk contadino emiliano.
Il flusso continuo di immagini proiettate sullo sfondo della scena amplifica l’incanto e il potere evocativo dei testi.

“Ballate per uomini e bestie”, nella sua versione live, snocciola uno dopo l’altro i quattordici brani contenuti nel disco pubblicato a maggio 2019 su etichetta La Cupa-Warner Music anche se non manca qualche imprescindibile incursione nel ricco repertorio del passato (Con una rosa, Il ballo di San Vito, Maraja, Pryntyl La sirena).
Il risultato è un’opera di grande autorevolezza espressiva e allegorica, dinamica e multiforme. Il Medioevo che ritorna in questo nostro tempo diventa motivo di ballate in cui si alternano allegorie, riflessioni esistenziali e denunce. I testi pescano a piene mani dalla grande letteratura, dai testi medievali e dalle opere di poeti, molto amati da Capossela, come John Keats e Oscar Wilde.
Nella descrizione allegorica del presente Capossela affronta temi di stringente attualità: dai migranti all’odio che circola con troppa disinvoltura sul web. Ricorda persone e situazioni cui dedica i suoi pezzi: da Tiziana Cantone morta suicida dopo la diffusione in rete di alcuni video e scatti hard, vittima del “revenge porn” (La peste) a Liliana Segre, da Stefano Cucchi (nel riadattamento della Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde) a Giulio Regeni.
E qui il concerto si ferma perché Capossela, da sempre vicino alla famiglia Regeni (scrisse una toccante lettera in occasione dell’Art mob che si tenne a Udine nel settembre 2016), invita sul palco i genitori Paola e Claudio che la platea, con un prolungato e commovente applauso, stringe in un fortificante abbraccio. Commozione che trova una naturale continuità nell’esecuzione di “Ovunque proteggi”, autentica poesia in musica di una bellezza struggente che mette a nudo la profonda sensibilità e sincerità del cantautore.

Il concerto potrebbe anche finire così ma Capossela è instancabile e generoso come sempre. Non ci sono solo i mali di oggi in questa serata di allarme esistenziale, di danze macabre e di nuove tentazioni, di sarcasmo e scoramento. C’è anche l’amore per la vita di quel Povero Cristo (primo singolo estratto dall’album) che non rinuncia a essere un uomo vivo.
Un concerto ricco d’invenzioni musicali frutto della perfetta intesa con una band di assoluto livello: Alessandro Asso Stefana (chitarre), Niccolò Fornabaio (batteria), Andrea La Macchia (contrabbasso), Raffaele Tiseo (violino) e Giovannangelo De Gennaro (aulofoni).

Predicatore e giullare, musicista e poeta, Capossela ha conquistato tutti. Teatro in visibilio per una standing ovation cui lui risponde sussurrano un “mandi” prima di sparire dietro le quinte. Chapeau!

Rita Bragagnolo © instArt – Foto di Roberto Passoni ©

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