Farra d’Isonzo, 24/10/2020 – Circolo Controtempo – Jazz&Wine of Peace 2020 – Tenuta Villanova – Zen Zone Quartet (Italy)
Francesco De Luisa: piano
Pietro Spanghero: double bass, vocals
Pietro Sponton: drums, percussion
Alberto Valentinuz: guitar, lead vocals – Foto Luca Valenta / Phocus Agency © 2020

La musica pop è probabilmente una delle forme d’arte più piacevoli dei nostri tempi. Una melodia che ti cattura, un arrangiamento adeguato, né troppo scarno, né troppo ridondante, nessuna sbavatura nell’esecuzione strumentale e vocale, tutto condensato in una manciata di minuti: ecco la perfetta canzone pop. Una faccenda alla portata di tutti in teoria, ma che non sempre raggiunge i risultati sperati nelle classifiche. Diversi sono stati i paradossi in tal senso nella storia della musica popular: Laurie Anderson va in classifica con Oh Superman, brano a-melodico di soli synth e voce filtrata da vocoder; i Big Star di Alex Chilton fanno la fame nonostante producano canzoni di tre minuti memorabili e perfette; Brian Wilson impazzisce nel tentativo di fare il disco pop perfetto, anche se c’era già riuscito con Pet Sounds. Non è tutto oro ovviamente e per ogni caso nobile c’è qualche Giovanotto o qualche rassegna sanremese, zeppi di ciarpame e banalità ad un tanto al chilo.

I nostri Zen Zone Quartet si muovono proprio in questo terreno minato, dove è parimenti facile cadere nel dimenticatoio quanto avere un grosso successo. L’atteggiamento però è quello corretto: impeccabile cura strumentale, melodie mai banali, testi intelligenti cantati con una leggerezza che non sconfina nello scontato, una certa classe negli arrangiamenti.

I riferimenti partono da certo pop jazzato degli ottanta italiano (mi viene in mente Sergio Caputo) e di artigianato musicale inglese ( Peter Gabriel, Paddy Macaloon), per arrivare a certe divagazioni fusion alla Pino Daniele. La loro presenza nel cartellone di Jazz & Wine of Peace 2020, nella importante Tenuta Villanova di Farra d’Isonzo sabato 24 ottobre è stato quindi un degno riconoscimento dopo anni di gavetta culminati con due dischi ( Partiti !, del 2015, a loro nome e Oltre il giardino, del 2019 progetto solista del cantante e chitarrista Alberto Valentinuz) e, si spera, sia un punto di partenza per più ampi riconoscimenti. La patina di jazz che riveste le canzoni del gruppo giustifica la loro presenza nella rassegna, presente in particolare nei dialoghi tra il piano di Francesco de Luisa e la chitarra ed in alcune soluzioni ritmiche del basso di Pietro Spanghero e della batteria di Pietro Sponton. La canzoni dal vivo non perdono consistenza, ma acquistano mordente grazie anche alla elettrica di Valentinuz, frontman del gruppo, alla cui voce l’amplificazione non ha dato giustizia. Il gruppo ha suonato compatto e preciso, distendendosi ogni tanto in qualche accenno di jam, mantenendo quel tiro rock che in studio appare più sfocato. Brani come Visita guidata, Nel mio mondo magico, Sale nella zucca nella versione live hanno coinvolto il pubblico “distanziato”, facendo battere più di qualche piede. Dal lavoro singolo di Valentinuz, nato dall’incontro e dalla collaborazione con Matteo, un ragazzo autistico, sono da menzionare la suadente Non temere, che si distende su tocchi di piano ed in particolare Dimmi tu, in cui la semplice frase del titolo è il punto di partenza per un potenziale hit single da top ten. Tutto si è concluso con Pane e soldi, melodia a presa rapida, ritmo incalzante ed un testo che esprime la catarsi del periodo che stiamo vivendo. Mala tempora currunt insomma, ma forse la musica pop, quella buona, ci salverà.

Daniele Paolitti © instArt

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