Non è facile di questi tempi imbattersi in un testo poetico, attuale e dal forte impatto emotivo come quello di “Autunno di fuoco”, scritto da Eric Coble (“The velocity of Autumn” il titolo originale) e ben tradotto da Marco Casazza, andato in scena sabato sera al Teatro di Lestizza (stagione circuito Ert 2019/2020). Una commedia dal sapore agrodolce, cui hanno dato vita due straordinari interpreti come Milena Vukotic e Maximillian Nisi, diretti con stile ricercato e rigoroso da Marcello Cotugno.

La vicenda nella sua complessità è molto lineare: la vecchiaia che arriva con la solitudine che incombe, il bisogno di sentirsi ancora importanti, le tensioni che minano i rapporti, anche e, a volte soprattutto, familiari. Detto con le parole del regista “lo spettacolo prova a parlare con leggerezza della morte e con profondità del senso della vita”. Per farlo mette a confronto una madre (Alexandra/Vukotic) e un figlio (Chris/Nisi). La madre è anziana ma ancora in splendida forma, appassionata della vita, dell’arte, della musica, della bellezza in genere e non ne vuole proprio sapere di lasciare la casa dove ha sempre vissuto per finire i suoi giorni in una triste e anonima casa di riposo cui i figli Michael e Jennifer l’avrebbero destinata. Per convincerla a fare ciò che non vorrebbe, in aiuto dei fratelli, arriva Chris, il terzogenito, il figlio che se n’era andato da casa vent’anni prima cercando di realizzare le proprie ambizioni e interrompendo di fatto qualsiasi rapporto con la madre.
Alexandra però non scherza: è donna tenace e risoluta. Si è barricata in casa mettendo tutto l’ingombro possibile davanti alla porta d’ingresso e minacciando di farla saltare in aria dopo avere disseminato le stanze di rudimentali ordigni (bottiglie riempite con il liquido usato dal marito per sviluppare le foto da lei ritenuto “più infiammabile della benzina”).
Asserragliata nella sua assordante solitudine, Alexandra ascolta musica e si crogiola nei ricordi quando, da un gigantesco albero ben visibile oltre le grandi finestre, le piomba nella stanza Chris, il figlio tornato dal New Mexico per convincerla a lasciare per sempre quel suo rassicurante nido.
Dibattono e si scontrano madre e figlio in un dialogo dai molti colori, schietto, amaro e pungente ma capace di momenti di grande tenerezza e smisurato amore.
Un mach nel quale madre e figlio si rinfacciano mancanze ma sanno anche riscoprire momenti pieni di gioia vissuti insieme ritrovandosi in un gioco di specchi che li fa sentire meno diversi e lontani di quanto loro stessi pensassero.
L’albero dalla fulgida chioma autunnale, che domina la scena firmata da Luigi Ferrigno, è perfetta metafora della vita, le luci di Bruno Guastini e i costumi di Andrea Stanisci regalano suggestioni e sentimento.
Milena Vukotic, dall’alto di una professionalità ineccepibile e di un’età invidiabile (di anni ne ha 84), è stata una Alexandra dolce e ironica, determinata e ferita, imperturbabile, sensibile, emozionante. Le basta un gesto, una pausa, una risata, uno sguardo per riempire la scena. Ottima anche la prova anche per Maximilian Nisi, in perfetta sintonia con Vukotic disinvolto e sicuro nel dare voce ai contrastanti sentimenti del figlio.
Una commedia piena d’ironia, malinconica e, al tempo stesso rassicurante.

Tanti i motivi di riflessione da portarsi a casa e una bella prova di teatro. Il pubblico, che gremiva la sala per il debutto del cartellone 2019/2020 di Lestizza, firmata come semre dall’Ente Regionale Teatrale del Friuli Venezia Giulia, alla fine ha manifestato l’alto gradimento con un applauso caloroso e partecipato.

Rita Bragagnolo © instArt

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