Questa sera per UdinEstate2021 c’è Umberto Tozzi. Alle 21.45 compare sul palco, saluta alla sua maniera “Ciao Udine”, inforca la chitarra acustica amplificata, si siede sulla sedia e inizia facendo vibrare le sei corde dal suono caldo e metallico. Voce inconfondibile e chitarra che accompagna lui e tutto il pubblico presente e numeroso, immancabilmente contingentato, in tre brani che sono la sua storia artistica e i nostri ricordi giovanili (per gli attempati come me) “Donna amante mia”, “Io camminerò” e “Eva”. Il suo è un concerto in versione pseudo acustica. Ha appena iniziato e già stiamo cantando tutti. Sono solo in 4 sul palco. Sul palco insieme a lui ci sono l’eclettico tastierista, saxofonista, cantante ed esperto ai fornelli (Tozzi declama le lodi della sua Cacio e Pepe) Gianni Vancini, una bravissima violinista e cantante Elisa Semprini e un bravissimo percussionista Daniele Leucci. Forse un basso non avrebbe fatto male al tutto, ma questo è solo una mia sensazione. Umberto Tozzi spazia tra chitarra acustica ed elettrica e il piano a semi coda. Ogni tanto la sua voce è forse vittima di qualche indecisione, ma le emozioni che si espandono dal palco verso la platea sono tali e quali a quelle che scaturivano negli anni dei suoi primi successi. La particolarità di questo suo tour è proprio la possibilità di ascoltare, oltre ai classici, brani che lui stesso ha lasciato fuori dal palco o nel cassetto dei ricordi per molto tempo. Uno sui tanti, “Un fiume dentro il mare”, capace di sprigionare una dolcezza armonica e una profondità di testo unica che spiazzerebbe anche i più scettici anti-pop. In effetti lui stesso racconta che se dovesse ricevere nuovamente la fatidica domanda giornalistica “quale delle sue canzoni è la sua preferita?” risponderebbe proprio “Un fiume dentro il mare” a differenza della sua sfruttatissima risposta “le canzoni dei Beatles e di Battisti…”. Il tempo è clemente, fresco e l’intimità del concerto abbraccia piacevolmente tutti noi. Siamo in tanti. Si percepisce qualche imperfezione ogni tanto nell’equilibrio dei volumi e della sua voce trattata diversamente tra il microfono in primo piano stile rock secco e senza effetto e quello sul pianoforte dietro stile pop italiano classic molto caldo e ben riverberato. Forse la mia posizione un po’ defilata potrebbe causare tutto questo? Il concerto comunque è veramente bello. Musica leggera italiana che ci ha fatto cantare tutti, per anni, e che fa cantare perfino un ragazzino molto giovane seduto poco più avanti a me che nonostante la versione ovattata del concerto, canta a squarciagola muovendosi quasi posseduto, le famosissime sue canzoni “Gloria”, “Ti amo” e quelle più movimentate del suo repertorio. Gli arrangiamenti sono come sempre curati, nessuna nota eccede e questo fa si che la musica arrivi facile alle nostre orecchie con tutta la sua calma sonora che invoglia immancabilmente a cantare ogni canzone anche per le persone che sbagliano e inventano le parole o quelle che cantano solo le ultime sillabe imitandone il suono. È comunque una festa sotto il cielo di Udine abbracciati dalla musica e circondati dalla cornice del parco del Castello. Le canzoni che si rincorrono nella scaletta sono “Gente di Mare”, “Si può dare di più”, “Gli altri siamo noi”, “Anna”, “Notte Rosa”, “Immensamente”, “A cosa servono le mani”, “Come stai” (uno di quelli lasciato a riposare), “Quasi quasi”, “Il marinaio delle stelle”, “Gesù che prendi il tram”, “Dimentica, dimentica”, “Lei”, “Come stai”, “Qualcosa qualcuno”, “Tu sei di me”, “Fermati allo stop”, “Gabbie”, “Tu”. Dopo qualche anno Tozzi ritorna e lascia il suo graffio pop alla città di Udine. Finisce senza bis, tutti a casa, contenti e non per l’assenza di alcune canzoni come “Stella stai” o altri indimenticabili successi, ma ci saranno altre occasioni che noi auguriamo a lui e a tutti i musicisti che ritorneranno a Udine in futuro. Un grazie a Tozzi e come sempre anche agli organizzatori e operatori che ci consentono di non perdere il contatto con l’arte in tutte le sue sfumature, nonostante tutto.

© Massimo Cum per instArt

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