Un nuovo appuntamento al Verdi di Pordenone con la rassegna “Tra Letteratura e Teatro”, il percorso ideato dal teatro e dalla sua consulente artistica prosa Natalia Di Iorio, che riunisce quattro appuntamenti, tra riletture di romanzi cult e esplorazione della poesia. Dopo l’intenso omaggio a Pasolini, nella produzione originale andata in scena a inizio novembre, la rassegna – realizzata con la Fondazione Pordenonelegge, la media partnership di Radio Rai3 e la collaborazione di Fondazione Friuli – presenta martedì 5 dicembre (ore 20.30) un’intensa prova d’attore, un one man show lirico ed epico firmato da un attore del calibro di Massimo Popolizio che porta sul palco il capolavoro di John Steinbeck “Furore”, cronaca di uno dei momenti storici più difficili, quello della grande Depressione americana degli anni Trenta. La ricchezza espressiva del romanzo – adattato da Emanuele Trevi – ci racconta la dolorosa e sorprendente attualità della crisi agricola, economica e sociale che stritolò gli Stati Uniti a partire dal 1929. È un’America in movimento che evoca i milioni di persone in movimento oggi: impossibile non fare un paragone con il presente.

L’attualità del capolavoro di Steinbeck – potentissimo e indimenticabile «story-teller», narratore arcaico e modernissimo – si associano alla bravura istrionica di Massimo Popolizio, tra i pochi in grado di prestare corpo e voce adeguati alla sua grandezza letteraria. Leggendo “Furore” impariamo ben presto a conoscere questo personaggio senza nome che muove i fili della storia. Nulla gli è estraneo: conosce il cuore umano e la disperazione dei derelitti come fosse uno di loro, ma a differenza di loro conosce anche le cause del loro destino, le dinamiche dell’ingiustizia sociale, le relazioni che legano le storie dei singoli agli sconvolgimenti tecnologici e alle incertezze del clima. “Furore” usciva nel 1939, divenendo subito un best-seller sensazionale. Da allora non ha mai smesso di godere di immensa popolarità grazie alla rappresentazione di una condizione storica e geografica precisa, ma evocatrice di una condizione umana e sociale sempre attuale. Raccontando le sventure della famiglia Joad, e i motivi di una delle più devastanti migrazioni di contadini della storia moderna, Massimo Popolizio ci regala una performance realista e visionario, sempre sorprendente per la sua dolorosa, urgente attualità.

Atteso già domenica 1° dicembre, invece, lo spettacolo che il Teatro del Buratto presenta nell’ambito di “Anni Verdi”, la sezione dedicata ai più piccoli e alle famiglie. In scena alle 16.30 “Becco di Rame”, una storia delicata che affronta temi come la diversità, l’amicizia e la disabilità. Uno spettacolo basato su una storia vera che si affida al classico “teatro di figura su nero”: una tecnica magica di grande potenza che utilizza forme e figure mosse da animatori vestiti di nero che si camuffano nell’oscurità facendo apparire dal nulla pupazzi e oggetti e che ha reso famoso il Buratto in tutta Europa.

Comunicato Stampa

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