Si potrebbe azzardare che Tosca sia diventata la voce italiana del canto popolare del mondo. La sua performance di ieri sera al Parco delle Rose di Grado per Onde Mediterranee è stata sublime. Sublime nel rappresentare cover di diverse culture e brani propri con una facilità espressiva vocale intensa e allo stesso tempo semplicemente meravigliosa. Spiccano gli iniziali saluti e i ringraziamenti rivolti da Giancarlo Velliscig ad alcuni medici chiamati in rappresentanza dei colleghi, ringraziati e omaggiati anche dal Sindaco di Grado e, in chiusura, dalla stessa Tosca con un “Inno Italiano” da brividi (altroché quello del rapper allo stadio), per il coraggio e rispetto al giuramento di Ippocrate a rischio della propria vita nella pandemia. Nonostante le restrizioni dovute a quel virus che stiamo combattendo tutti per tornare alla “normalità” (forse nuova normalità) nulla ha impedito al pubblico di godere delle splendide canzoni e delle musiche di varie culture, suonate e cantate in modo perfetto, nonostante qualche piccolo intoppo tecnico con intrusioni di frequenze inaspettate, da una band composta da 3 belle e bravissime artiste Giovanna Famulari (di Opcina e particolarmente emozionata di suonare quasi in casa) al pianoforte, al violoncello, voce e altri strumenti, Alessia Salvucci alle percussioni e Fabia Salvucci alla voce e alle percussioni insiame all’unico maschio sul palco (che sfortuna, in senso ironico naturalmente!) nonché grande chitarrista Massimo De Lorenzi. Hanno interpretato ogni brano con il suono e gli strumenti propri della terra rappresentata. Francese, portoghese, arabo, italiano e romanesco si sono librati nell’aria di Grado per toccare il mare di fronte e propagarsi, in un gioco di onde e frequenze, in tutto lo spazio circostante fino dove solo la musica può arrivare. Un concerto durato due ore piene ma ricco di suoni e voci che hanno fatto viaggiare il mondo restando comodamente seduti nel proprio posto. Anche il dialetto di Opcina fa capolino con Giovanna Famulari che regala un cameo della sua terra natia con “El tram de Opcina” per salutare il padre e seguìto presenti tra il pubblico, con un velo di emozione nella voce. Ora parliamo di Tosca, della sua voce calda, morbida, avvolgente, libera e perfettamente intonata. Un must di questi tempi. Una voce che si muove tra le regioni del mondo e, una ad una, le fa ascoltare. Potente e graffiante. A volte mi sembra di sentire il graffio di Mia. A volte leggera e soave in un matrimonio perfetto con il senso delle parole. Nel brano presentato a San Remo, che arriva verso la chiusura del concerto, “Ho amato tutto“, c’è forse il riassunto di un modo tutto italiano di fare musica. La consapevolezza di usare parole e note per raggiungere la nostra anima e ricercare il senso profondo della vita. Nei bis c’è spazio per le sonorità di Capo Verde nel brano “Morabeza” e per i ringraziamenti al nostro Alberto Zeppieri presente tra il pubblico, per aver fatto conoscere a Tosca la magia di quella terra e aver dato spunto al nome del suo nuovo disco. Per gli amanti della Setlist: Efige to traino, Ibrahim, Succar Ya Banat, Dimme ‘na vota si, Marzo (Mars), Secondo canto delle lavandaie, Normalmente, Nongqongqo, Ahwak, Estranha forma de vida, I’m in the Mood for Love, Via Etnea, Nina, Piazza Grande (del grande Lucio Dalla), Cubba cubba, Chôros n.1, Giuramento, Chá de panela, Comme s’il en pleuvait, Per ogni amore che verrà, Melache meluche, Rumania Rumania, Ho amato tutto, Miao, Il suono della voce, Il terzo fuochista, Il Canto degli Italiani (Inno di Mameli).

Un sentito grazie ai Medici e personale sanitario in toto, a Grado, a Onde Mediterranee, a Giancarlo Velliscig, a Marina Tuni e a tutti coloro che rendono possibile, anche in questi tempi strani, la meraviglia dell’arte umana.

Sempre cose belle con Euritmica.
www.euritmica.it/onde-mediterranee-festival-2020/

Massimo Cum per instArt

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