Tilti © Sargentini_LeCirque

E’ il film capolavoro di Steven Spielberg “Ready player one” ad avere (liberamente) ispirato “Tilt” con Le Cirque – World’s Top Performers, spettacolo di circo contemporaneo andato in scena al Teatro Nuovo Giovanni da Udine dal 5 al 7 dicembre con un lusinghiero successo di presenze e consensi.
Novanta minuti coinvolgenti con 24 artisti considerati l’eccellenza mondiale nelle arti circensi contemporanee provenienti dal Nouveau Cirque e dal Cirque du Soleil. Un turbinio di performance ad alto tasso spettacolare con artisti che sono anche e, in alcuni casi, soprattutto, atleti eccezionali. In performance solistiche e corali hanno esibito corpi agili ed estremamente flessibili plasmati da duri allenamenti e rigorosa disciplina. I numeri, aerei e a terra, sono un concentrato di virtuosismi fisici che tendono spesso oltre i limiti umani. Elettrizzante in tal senso la coppia Susan e Jimmy (italiana lei, origini brasiliane per lui) con “Skating Jaspers”: il loro numero sui pattini a rotelle è di quelli da togliere il fiato! Applauditissimo naturalmente.
Le acrobazie del passato, il trapezio per esempio, neanche l’ombra. Nel circo contemporaneo il giocoliere si mette in gioco con una manciata di palloni da basket: potenza e abilità valgono a Igor Hurkowskyi incondizionata ammirazione di spettatori grandi e piccoli.
Dal film di Spielberg, cui è liberamente ispirato, “Tilt” serba il messaggio ovvero che la realtà è più importante del virtuale e che l’amore è la chiave che serve ad aprire tutte le porte.

Nello spettacolo firmato dal direttore artistico Anatoliy Zalevskyy i due mondi, virtuale e reale, si contrappongono. Quello virtuale in cui tutto è perfetto alla fine imploderà e lascerà spazio alla sola e semplice realtà che, per dirla con le parole del film, “per quanto dolorosa e terribile ci possa sembrare è l’unico posto dove si può trovare un pasto decente e dove le sensazioni sono più tangibili”. Tilt dunque ci suggerisce la chiave di accesso al mondo reale, quello che più ci appartiene.
Il ritmo dello spettacolo è sostenuto dal primo all’ultimo minuto, musica, luci e le immagini proiettate ai lati della scena fanno da sfondo ai fantastici numeri che si susseguono sul palcoscenico.
Grande spettacolo con ventiquattro stelle di prima grandezza sorprendenti da togliere il fiato ma il circo un tempo era anche poesia.
Fortunatamente se lo ricorda anche Zalevskyy che cala l’asso nel finale (bellissimo) con la sua “White act “. Lirico e struggente fino alla commozione.
Il sipario si chiude ed esplode incontenibile un lungo e caloroso applauso.

Rita Bragagnolo © instArt

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