Ritorna “Lùsignis” nei borghi di Pasolini dal 2 al 20 novembre, in un’edizione che segue il filo conduttore dell’idea di “impermanenza”. Nuova tappa del percorso culturale e artistico nei luoghi e nei pensieri pasoliniani, in una rassegna che prende il nome dalle lucciole, di cui il poeta, nel 1975, denunciava la scomparsa, sintomo di un drammatico fenomeno ecologico e metafora di un modello distorto di sviluppo economico-sociale che arriva fino a noi.

Suggestivi e inediti gli eventi dell’edizione autunnale di “Lùsignis” 2021, organizzata e ideata dall’Assessorato alle Politiche culturali e del territorio della Città di Casarsa della Delizia con la collaborazione e la consulenza culturale di Federico Rossi, il contributo di Promoturismo Fvg e diFondazione Friuli, il sostegno di Coop Casarsa e Viticoltori Friulani La Delizia, in collaborazione con Centro Studi Pasolini, Pro Loco Casarsa della Delizia, Par San  Zuan, Parrocchia di San Giovanni Battista, Parrocchia di Santa Croce e Beata Vergine del Rosario e Agribirrificio Romano.

L’assessore Fabio Cristante svela il senso profondo dell’edizione 2021: «Le lucciole per il poeta casarsese rappresentavano le sorgenti della cultura popolare, di un sistema di pensiero che andava ormai scomparendo, ma con un significato simbolico dalla forte connotazione politico-culturale, prefigurando la scomparsa della civiltà contadina e la mutazione antropologica. Ci siamo chiesti: ma queste lucciole sono davvero scomparse? Ed ecco la sfida dell’Assessorato alle Politiche culturali del Comune di Casarsa: provare a cercarle proprio nei luoghi della sua giovinezza. Anche per questa quarta edizione siamo partiti dai pensieri del Pasolini degli anni friulani, con il proposito di andare oltre, per creare contesti generativi di riflessione e dibattito, occasioni per parlare di noi oggi e della società attuale, senza retoriche o nostalgie, in maniera rustica e conviviale come lo sono i nostri borghi. Un piccolo grappolo di eventi proposti nel mese in cui si ricorda la morte del poeta e il suo drammatico ritorno a Casarsa, in un anno che precede quello delle celebrazioni per i cento anni dalla nascita. Nascita e morte per riflettere sull’idea di “impermanenza”. Un’occasione anche per scoprire i luoghi legati alla memoria pasoliniana, tra i borghi rustici e antiche chiese splendidamente affrescate».

A inaugurare la rassegna nei borghi ricchi di memoria e bellezza saranno il fuoco e la cenere, simbolo della trasformazione che, attraverso la decomposizione della materia, attua la rigenerazione. “Il Fòuc e il seli di San Floreàn” è il titolo della serata di apertura di “Lùsignis”, martedì 2 novembre, anniversario della morte di Pasolini. Alle 20.30, nella Chiesa di San Floriano, risalente al XV secolo, a San Giovanni di Casarsa, si svolgerà la conversazione con l’antropologo culturale Gian Paolo Gri e la presentazione dell’installazione dell’artista Maria Elisabetta Novello, visitabile anche il 6, il 7 e il 20 novembre dalle 14.00 alle 17.00. Così Gri commenta la simbologia del fuoco: «Luce, calore, energia, socialità, immaginazione; fascino e timore. Il timore che ha creato anche la figura e il culto di San Floriano con la sua meravigliosa secchia capace di spegnere gli incendi di stalle, case, paesi. Dopo di lui il fuoco vivo è progressivamente uscito dall’esperienza delle ultime generazioni. Ai fòucs i Colonos avevano dedicato “In file” del 2003; ora a quel tema ritorna anche Lùsignis, riprendendo la tradizione popolare: il fuoco domestico, l’area del focolare, i fuochi comunitari. Lo fa muovendo dalle benedizioni e dalle immaginazioni che il fuoco, consumandosi, sparge intorno a sé: con il fumo e las lausìgnes che salgono in alto, con i carboni e la cenere che restano sul focolare. Nel simbolismo del fuoco nulla va sprecato; hanno vita nuova anche i residui».

Secondo appuntamento il 6 novembre, anniversario dell’ultimo saluto alle spoglie di Pasolini, accolte nel 1975 nella chiesa di S. Croce da un’immensa folla, attonita e sgomenta, che lo accompagnò al cimitero di Casarsa, dove ora riposa. “Il teatro dell’anima per Pier Paolo Pasolini” è il titolo del concerto che proporrà corali e arie dalla Passione secondo Matteo BWV 244 di J.S. Bach, alle 20.45 al teatro “Pier Paolo Pasolini” a Casarsa. I Solisti e l’orchestra barocca del Teatro Armonico, con interpreti di livello internazionale e cartellone concertistico del repertorio bachiano in Italia e all’estero, diretti da Margherita Dalla Vecchia (all’organo), eseguiranno pagine musicali amatissime dallo stesso poeta di Casarsa, che scelse la musica di Bach per le sue opere sin da “Accattone” (1961), suo primo film, costruendo l’immagine attraverso il contrasto con la musica, sublime e disperatamente umana. Dalle ore 19.45 alle ore 20.45 apertura straordinaria della chiesa di Santa Croce, antica parrocchiale di Casarsa, che conserva il ciclo affrescato da Pomponio Amalteo e la lapide votiva dei “Turcs”.

Domenica 7 novembre alle ore 16.00, nella Corte ex Zuccheri (centro parrocchiale, piazza della Vittoria) di San Giovanni di Casarsa, verrà per la prima volta rappresentata “La morteana. Part dal fantat” di Pier Paolo Pasolini, per la regia di Massimo Somaglino. La commedia in lingua friulana casarsese, prodotta da Arearea compagnia di danza contemporanea, vedrà in scena Klaus Martini, Valentina Saggin, Anna Savanelli, Andrea Rizzo e i musici Mirko Cisilino, Laura Giavon, Giorgio Parisi. Del testo, incentrato sul contrasto moralistico tra l’Angelo e il Diavolo attorno ad un Morto, scritto da Pasolini nel 1945 per la Piccola Compagnia dell’Academiuta (che, dopo poche prove, abbandonò lo spettacolo), è conservata solo la parte del fantat in stato di ubriachezza colto in un dialogo scherzoso.

Musica e parole per raccontare l’addio e (a volte) il ritorno prenderanno forma in “Addio Casarsa”, sabato 20 novembre alle 18.00 nella sala d’aspetto della Stazione ferroviaria di Casarsa. Radici, storie di vita, personaggi dimenticati e una versione inedita del brano “Il soldat di Napoleon”. Sul testo di una poesia pubblicata nel 1954 nella raccolta “La meglio gioventù”, Sergio Endrigo compose una canzone di successo. «Addio, addio Casarsa vado via per il mondo / lascio il padre e la madre vado via con Napoleone / Addio vecchio paese, addio giovani amici / Napoleone chiama la meglio gioventù». In scena, alla stazione di Casarsa, Franco Giordani (chitarra e voce), Alessandro Turchet (contrabbasso), Klaus Martini (voce narrante). Evento in collaborazione con Rete Ferroviaria Italiana.

Per gli appuntamenti della rassegna “Lùsignis” si consiglia la prenotazione. La partecipazione agli eventi è consentita esclusivamente previa esibizione di Green Pass e nel rispetto delle altre disposizioni anti Covid-19 vigenti. Programma su www.pasolinifriuli.it e www.casarsadelladeliziaeventi.it e sulla Pagina Facebook: Eventi a Casarsa della Delizia. Informazioni: Ufficio Cultura – Biblioteca civica di Casarsa della Delizia, tel. 0434 873981 / cultura@comune.casarsadelladelizia.pn.it.

A margine della rassegna, un evento correlato, a cura del Centro Studi Pasolini: “Pasolini e Sciascia. Ultimi eretici”, venerdì 12 novembre alle 18.00 nella sala consiliare di palazzo Burovich de Zmajevich. Verranno presentati gli Atti del Convegno a cura di Filippo La Porta. Il volume, dedicato al rapporto dialettico tra Pasolini e Sciascia, analizza diversi elementi della loro poetica e del ruolo di intellettuali cosiddetti «eretici», coscienze vive del Paese, voci spesso controcorrente e non allineate, accomunate dalla passione per il loro lavoro. Per informazioni e prenotazioni relativamente a questo singolo evento: Centro Studi Pier Paolo Pasolini, tel. 0434-870593 / e-mail: info@centrostudipierpaolopasolinicasarsa.it.

Lùsignis 2021 – Quarta Edizione – Città di Casarsa della Delizia

Comunicato stampa

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