Si conclude là dove era iniziato lo scorso maggio, il programma del festival “Not&Sapori – il Barocco nel piatto”, che Barocco Europeo porta a compimento nella sua edizione 2021 con un ultimo appuntamento presso la Cantina Pitars di San Martino al Tagliamento domenica 21 novembre alle 18. In programma il concerto dei “Pifari del Doge”, ensemble di musica antica specialista del repertorio in voga nella Venezia tra Cinque e Seicento, dove le cerimonie più importanti, fossero queste civili o religiose, erano accompagnate da precisi gruppi di strumentisti, che si ritrovano ritratti nelle grandi tele dei più importanti pittori dell’epoca, da Carpaccio ai Bellini al Veronese. E proprio ad un’opera di Gentile Bellini si ispira questo complesso cameristico, fondato da Claudio Sartorato e Paolo Tognon, già docente di fagotti storici al Conservatoire National Supérieur de Musique et de Dance di Parigi, che si avvale di strumentisti con grande esperienza internazionale nei festival di musica antica più importanti d’Europa e America. La ricerca filologica espressiva sull’ancia doppia consente infatti un approccio timbrico accurato, che ripropone alcuni degli esempi di strumenti a fiato in voga a Venezia in quel periodo: la dulciana nelle taglie di soprano, tenore e basso, affidata a Paolo Tognon, il pifaro (bombarda) in versione di soprano (Arrigo Pierobon) e contralto (Federico Rattin), ed il rarissimo cervellato, di Claudio Sartorato. Completano l’ensemble le percussioni di Moreno Tortora e il cembalo di Carlo Rossi.
Il repertorio scelto presenta tutte opere pubblicate, all’epoca, nelle stamperie di Venezia, le più attive e rinomate in Europa. Il concerto accosta brani di cerimonia, quali, “pavane” ed “intrade”, a danze fra cui la “gagliarda”, molto in voga nella Serenissima. Spiccano poi due compositori friulani: Giorgio Mainerio e Alessandro Orologio. Il primo celebre per aver pubblicato il “Primo libro de’ balli” nel 1578 ed il secondo per essersi affermato per le sue composizioni ben oltre i confini regionali del tempo. Tra gli autori del primo Seicento, è ricorrente poi la figura di Salamone Rossi, fieramente autocitatosi “Compositore Hebreo”, le cui sensibilità compositive hanno dato vita a una rara e compiuta formula di sonate concertate, dal mirabile senso melodico.
Al termine del concerto, realizzato con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, di PromoTurismoFVG e della Fondazione Friuli, una degustazione di vini offerti dalla Cantina ospite, come originale accostamento agli “assaggi musicali” proposti.
comunicato stampa