DEDICA INCONTRA
LA MAESTRA DI KABUL
GIOVEDI’ 10 MAGGIO A PORDENONE
SELENE BIFFI, CONSULENTE ONU, MEMBRO DELLA TASK FORCE MINISTERIALE PER LE START UP INNOVATIVE, 40 RICONOSCIMENTI INTERNAZIONALI (FRA I QUALI Rolex Award for Enterprise e Mother Teresa Award for Social Justice
HA FONDATO A KABUL UNA SCUOLA “PER RACCONTARE STORIE”, CORAGGIOSA AVVENTURA (E’ ANCHE SCAMPATA A UN ATTENTATO) PER TRASMETTERE LA CONOSCENZA
ORGANIZZATO DA THESIS/DEDICA INCONTRA CON SERVIZI CGN
INGRESSO LIBERO

Appuntamento speciale con una donna speciale giovedì, alle 18.15, a Pordenone, nella sede Oceano Servizi Cgn (Via Linussio 1/B), organizzato dall’associazione Thesis e collegato al festival Dedica e all’Afghanistan di Atiq Rahimi, dove circa il 75 per cento della popolazione è analfabeta (90 per cento tra le donne), l’unico modo di trasmettere le conoscenze fondamentali leggere, scrivere, contare, ma anche le norme sanitarie o come salvarsi dalle mine è inserirle nella narrazione orale, affinché si diffondano di bocca in bocca. Un tempo era compito dei cantastorie; oggi, in un paese sfaldato nel suo tessuto sociale, non lo fa più nessuno. Per questo Selene Biffi, che sarà giovedì in collegamento via skype da Mogadiscio con la sala inconrti di Servizi Cgn, partner di Dedica, ha fondato a Kabul una scuola per “raccontare storie”. Intervistata da Carlo Annese, vice direttore del mensile GQ e scrittore, partendo dal suo ultimo libro “La maestra di Kabul”, ripercorrerà l’avventura coraggiosa di questa scuola, tra quelli che considera piccoli imprevisti (è scampata a un attentato) e grandi soddisfazioni, perché, come dice lei, “ci piacciono le storie con un lieto fine. E speriamo di contribuire a crearne molte”.
Selene Biffi è imprenditrice sociale e consulente su temi di social innovation. Ha creato diverse start up innovative, come Youth Action for Change – corsi online gratuiti per giovani in 130 Paesi del mondo – o Forgotten Diaries, piattaforma di citizen journalism per notizie su conflitti dimenticati. Ha lanciato Plain Ink, organizzazione attiva in diversi Paesi del mondo che si occupa di comunicare strategie e soluzioni alla povertà e all’esclusione sociale. È consulente Onu e membro della Task Force per le Startup Innovative del Ministero dello Sviluppo Economico, dal 2009 è Young Global Leader al World Economic Forum.
Per il suo lavoro ha ricevuto oltre quaranta riconoscimenti internazionali tra cui i prestigiosi Rolex Award for Enterprise e Mother Teresa Award for Social Justice. Nel 2014 ha pubblicato, insieme al giornalista Carlo Annese, il libro La maestra di Kabul.
“C’era e non c’era” (così cominciano le storie nella tradizione afghana) una ragazza italiana che voleva cambiare il mondo. Una favola? Sì, ma non troppo lontana dalla realtà. Perché Selene Biffi in fondo sa come si può cambiare il mondo, un’idea alla volta. Quando, nel 2013, torna in Afghanistan dopo una prima esperienza con l’Onu, ha progetti chiari e coraggio da vendere. Selene Biffi fa un lavoro strano: crea start-up sociali, imprese con fini umanitari. E a Kabul vuole aprire una scuola. L’Afghanistan è un Paese con un tasso di analfabetismo pari quasi all’80%; un Paese in cui gli insegnamenti e la cultura si tramandano di generazione in generazione spesso soltanto attraverso il racconto orale. Ed è un Paese devastato, in cerca di una nuova identità che, forse, si può ricostruire dalle radici. Quindi – si chiede Selene perché non partire dalla tradizione, insegnando ai giovani a “raccontare storie”? Come nelle favole, la protagonista deve superare molte prove: combatte contro una società che alle donne riserva sempre un posto marginale, sfida burocrazia e corruzione, scampa a un attentato. Ogni volta che è sul punto di mollare, trova un motivo per andare avanti: il professore-teatrante innamorato di Dario Fo, la sorpresa di entrare per caso in un negozio di aquiloni, lo sguardo di ringraziamento di un allievo fiero di aver appreso “la forza di alzarsi in piedi e parlare”.

comunicato stampa

 

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