Marco Maieron è il presidente di Rete Bike FVG e rappresenta un team affiatato unito dall’amore per la bicicletta e per la regione Friuli Venezia Giulia che in 100 chilometri, dalle Alpi all’Adriatico, offre una moltitudine di opportunità per il cicloturista.

Ma Rete Bike FVG è anche un progetto imprenditoriale cooperativo che coinvolge attività di gestione dell’ospitalità, e – bike e il tour operator Cycletaurus.

Una volta i nostri nonni andavano a scuola o al lavoro in bicicletta per necessità facendo anche molti chilometri. Ora abbiamo biciclette da corsa, comode, sofisticate, per la città, per la montagna, pieghevoli, elettriche. Realizzate con diversi materiali tipo acciaio, fibra di carbonio, titanio, alluminio, bamboo. Siamo allo status symbol come le cucine? Cosa sta succedendo?
Breve escursus, mio padre ritornato dalla prigionia nel primo dopoguerra lavorò a Udine in un officina di biciclette, andò poi a lavorare per la società elettrica che gestiva gli impianti nella Bassa Friulana e so’ che si sciroppava km e km in bicicletta; certo la bicicletta fù il mezzo più diffuso e popolare, poi l’evoluzione abbinò le biciclette ai primi motori a scoppio tipo “mosquito” che ne aumentavano la velocità, come vedi anche allora ci fu’ un evoluzione del mezzo, oggi abbiamo bici a pedalata assistita che stanno prendendo il sopravvento sulle tradizionali bici muscolari e il fattore moda si fa sentire molto, normale nella nostra società dei consumi le regole non risparmiano anche i ciclisti, anche noi non siamo immuni alla tendenza e abbiamo una flotta di e-bike, ma che se ne dica la e-bike è la bici più democratica in commercio, perché permette a tutti di fare 1000 mt di dislivello o 100 km di distanza, prima che la batteria di abbandoni; eccoti risposto.

Un parlamentare in Germania ha proposto di concedere un giorno di ferie pagate in più alle persone che si recano sul posto di lavoro in bicicletta sull’evidenza statistica che chi sceglie di andare la bici è solitamente più sano rispetto ai colleghi automobilisti. Un cambio epocale dettato da comportamenti sostenibili …
Sai quanto sono appassionato del mondo bike; succede una sera facendo zapping di imbattermi in un servizio girato nel paradiso delle bici; i paesi bassi. Be c’era una marea di persone che si spostava per lavoro, lì in fabbrica in ufficio si và pedalando, mi colpì molto l’organizzazione, infatti arrivati negli stabilimenti trovavano spazi coperti con rastrelliere destinati al deposito delle biciclette, modo di lavarsi e cambiarsi per presentarsi precisi sul posto di lavoro, una chimera per noi? Non è proprio cosi, ci sono realtà italiane dove le infrastrutture (ciclabili) rendono la vita facile a chi si sposta in bici, vedi Ferrara anche per andare a lavorare; anche la Danieli di Buttrio so che ha portato avanti un progetto di incentivazione all’uso della bici per recarsi al lavoro con ottimi risultati. Non devo confermarti certo io che muoversi fa solo che bene e se un occhio di riguardo lo teniamo anche per la salvaguardia del nostro pianeta, visto dove siamo arrivati penso che la strada giusta sia effettivamente avere una mentalità green a 360° senza esagerare però. Tra i miei progetti c’è la progettazione di un trike a pedalata assistita che permetta anche di portare un passeggero, o una persona con disabilità; una modalità green per la mobilità, ma ci vuole ancora un po’ di tempo per passare dalla prototipazione alla realizzazione; comunque il team è al lavoro grazie anche ad un contributo regionale che riguarda un componente del trike.

Pertanto la mobilità all’aria aperta con la bicicletta si riproduce negli orientamenti del turismo. Come nasce Rete Bike FVG?
Rete Bike nasce dalla esigenza di dare servizi ai cicloturisti che percorrono la nostra regione porta verso l’Adriatico, ma come tutte le cooperative ha principalmente lo scopo di dare lavoro ai soci. L’idea nasce anche dalla voglia di lavorare all’aria aperta con gente che tendenzialmente è portata a sorridere essendo in ferie … qualcuno di noi era stufo di combattere e innervosirsi con i clienti. Dopo aver vinto il premio di Lega Coop abbiamo continuato con la progettazione e gli investimenti anche attraverso un contributo destinato alle start up gestito dalla Regione FVG. Nel 2019 abbiamo ottenuto la licenzia di Agenzia di Viaggi e tour operator a nome Cycletaurus, in autunno i soci hanno fatto l’esame di accompagnatore, poi per sostenere l’occupazione dei soci che come capirete risentono della stagionalità, la società ha deciso di proseguire con delle acquisizioni di alcune strutture ricettive dove abbiamo pensato di sviluppare l’attività e pertanto ci siamo aggiudicati la concessione della Casa del Popolo di Prato Carnico con 10 posti letto e bar osteria al piano terra, sito strategico per l’attività diretta verso lo Zoncolan e Sauris, il Forte Colle Badin a Chiusaforte con 40 posti letto, per intercettare i cicloturisti che scendono dalla Alpe Adria FVG1 e per ultimo il self service Varmost a Forni di Sopra dove speriamo si possa sviluppare un bike park; attendiamo l’esito della gara per un’altra struttura strategica a cui abbiamo partecipato un mese fa. È indubbio che abbiamo una Regione che ti permette in poco più di 100 km di passare dai pendii del monte Coglians al mare, passando per colline e osservando laghi, fiumi e torrenti che scorrono verso la Laguna di Marano e Grado; direi che abbiamo molto da far vedere ai turisti sia in un ottica naturalistica con le splendide oasi presenti in regione, ma anche dal punto di vista enogastronomico. La nostra intenzione è di far assaporare un po’ di tutto questo sposando mete culturali, naturalistiche ed esperienze da buongustai. Lasciami ringraziare chi ci ha permesso di arrivare a questo punto della nostra nuova impresa, innanzitutto lega coop regionale che ci ha accompagnati con un tutoraggio formativo che è la pietra miliare della cooperativa, la Regione con la Direzione Lavoro e Promo Turismo FVG, la CCIAA di Udine Pordenone, i Gal Regionali, i sindaci e gli amministratori dei Comuni dove operiamo con le nostre strutture e i Comuni con i quali abbiamo svolto attività legata al cicloturismo come Gemona, San Daniele, Cervignano, Monfalcone, le Uti Carnia, Uti Bassa Friulana, Uti Isontina.

Negli ultimi anni si sono diffuse le piste ciclabili. Cosa mancherebbe ancora?
La Regione negli ultimi dieci anni ha investito molto sulle piste ciclabili, lo stesso hanno fatto le Provincie e molti Comuni; purtroppo come spesso accade nel nostro paese è mancata una regia unica e ci troviamo con tratti di ciclabili che non sono collegati e questo per noi a volte è un grosso problema di sicurezza se vuoi portare a spasso famiglie con bambini o persone con disabilità. C’è comunque la consapevolezza che le ciclabili portano economia nelle comunità interessate e quindi molti Comuni anche se invischiati nei bilanci stringati trovano nelle pieghe degli stessi risorse per finire e sviluppare nuovi percorsi che come dicevamo sopra servono anche a portare in sicurezza i bambini a scuola o a ridurre l’utilizzo delle autovetture per chi reca al lavoro o a fare la spesa. Il nostro sogno è vedere ultimata l’ultimo tratto della FVG1 tra Moggio e Stazione Carnia Venzone e la Stazione Carnia, Tolmezzo a cui tengo molto. Ma anche un percorso che comprenda Marano Lagunare, il porto del Friuli. Stanno ormai ripartendo i lavori dopo anni di enpasse e progettazione …. sperin ben.

Praticamente siete nelle condizioni di coprire con percorsi, guide e presidi tutta la regione …
Si quasi, è stato un preciso impegno che ci siamo dati in fase di creazione del team; coprire in modo capillare la Regione con soci che conoscano il loro territorio e diventino ambasciatori di quelle comunità. Sai bene che la cooperativa ha le porte aperte e quindi siamo sempre pronti a caricare sulla barca nuove figure professionali e nuovi “cycletauri” per poi salpare alla scoperta di nuovi territori. La sinergia con altre cooperative ci permetterà di sviluppare il progetto rinnovando percorsi e offrendo nuove esperienze ai clienti, ne sai qualche cosa anche tu.

Qual è il ruolo della tecnologia digitale legata agli smarthphone? Abbiamo visto che state sviluppando un progetto con la Regione FVG e Area Science Park di Trieste…
Adesso i cicloturisti, si muovono per la stragrande maggioranza con l’uso di percorsi GPS tracciati sui ciclo computer che si portano dietro, le moderne tecnologie satellitari non ti fanno perdere le tracce neanche nel bosco più fitto. C’è chi si affida ai percorsi già tracciati da altri bikers o si costruiscono il percorso a tavolino prima di intraprendere il viaggio. Con applicazioni tipo “Strava” anche lo smarthphone diventa un navigatore tracciandoti la strada e registrandoti il giro. Nell’ottica di integrare i nostri servizi abbiamo partecipato al Bando Regionale della Direzione Cultura che ci ha visto tra i finanziati, da poco abbiamo iniziato a sviluppare il progetto della nostra App Cycletaurus che combina percorsi,informazioni di servizio,culturali e contenuti multimediali in realtà aumentata; lo scopo è permettere al cicloturista di capire cosa può vedere da lì a pochi Km quando passera con la sua traccia nei paraggi del sito da noi segnalato, e valutare se deviare per vederlo. Un’altro aspetto della App riguarderà la possibilità di “assaggiare” dei tratti particolarmente impegnativi come la salita al Kaiser Zoncolan o della Stentaria sopra Muina di Ovaro, oppure particolarmente suggestivi come la Panoramica delle Vette o la Via della Salvia sopra Trieste tratto della Via della Bora , oppure un tratto della Alpe Adria con gli attraversamenti dei vecchi ponti ferro della ferrovia o un giro tra le valli di pesca della Laguna; il tutto su un video mentre si pedala sui rulli interattivi. Questo prodotto servirà per promuovere la nostra Regione all’ estero, in occasione di Fiere internazionali o facendolo entrare nei network che gestiscono i programmi delle moderne attrezzature da palestra.

Rispetto alle incertezze sull’emergenza sanitaria che modificherà inevitabilmente le nostre abitudini l’occasione di gestire piccoli gruppi di cicloturisti dovrebbe consentire di non perdere completamente la stagione estiva. Sappiamo anche che avete molti contatti all’estero. Che idea vi siete fatti?
A causa della pandemia che ha colpito la nostra nazione e in modo più o meno aggressivo anche il resto dell’Europa, la situazione del comparto turistico è molto grave, si pensi che il 70% dei cicloturisti che percorrono la Alpe Adria sono stranieri e provengono da Austria, Germania, Nord Europa e indubbiamente non né vedremo molti quest’estate. Adesso possiamo solo prepararci per non farci trovare impreparati con il dubbio di non sapere se verso l’estate ci sarà la possibilità di far girare la gente. Le analisi che arrivano dai professionisti del settore evidenziano che quest’anno ci sarà se tutto andrà bene solo turismo domestico turismo italiano forse regionale o delle regioni vicine. È ovvio che dopo tre mesi di clausura, tendenzialmente la gente voglia uscire all’aria aperta, ma abbiamo bisogno di capire le regole di ingaggio che ci verranno date dalle autorità sanitarie. Nelle riunioni via web che abbiamo tenuto, analizzando la situazione ci siamo proposti di gestire piccoli gruppi di ragazzi,in primis per alleggerire le famiglie dove i genitori dovranno ritornare al lavoro e non avranno tante ferie da fare in estate, su al forte di Colle Badin ci sono spazi ampi e anche camere spaziose, ma tutto questo è solo un’idea che ha bisogno di certezze normative per essere realizzata. Comunque ci faremo trovare pronti, se non si potrà mangiare in gruppo ci adatteremo ai pranzi al sacco, i take away e disinfetteremo le bici, “nue pore si tirarin su ancje chiste volte”.

Stefano Buian © instArt

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