Il dovuto ricordo per chi non c’è più (come fatto dalla giovane virtuosa del violino Laura Bortolotto, originaria di Prata di Pordenone e attualmente accademista all’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese che ha dedicato in un video un brano ai corregionali scomparsi a causa del Covid-19) unito alla voglia di guardare al futuro attraverso le visioni dei manager che stanno affrontando, qui in Friuli Venezia Giulia e nel mondo, le nuove sfide dell’innovazione: questi gli spunti emersi nel 43° Incontro dei corregionali all’estero dell’Efasce (l’Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti), che sabato 25 luglio nella Fiera di Pordenone si è svolto con un’innovativa formula tra pubblico presente, rispettando le disposizioni di sicurezza, e online con persone collegate non solo dall’Italia ma anche da Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Romania, Usa, Sudafrica, Svizzera, Uruguay e Venezuela, Paesi in cui sono attivi i Segretariati dell’Ente. Organizzazione con il contributo della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Friuli, ed il patrocinio del Comune di Pordenone, della Camera di commercio di di Pordenone-Udine e della Diocesi di Concordia-Pordenone.

“Connessi per creare il futuro: l’apporto dei corregionali all’estero per la ripartenza del Friuli Venezia Giulia” è stato il titolo scelto per la serata condotta da Massimo De Bortoli e che si è aperta con il saluto del presidente dell’Efasce Gino Gregoris.

“Dopo il coronavirus – ha dichiarato nel suo indirizzo di saluto Gregoris – abbiamo l’occasione di ripensare il futuro per il nostro territorio, forti anche dei collegamenti con i nostri corregionali, sia quelli di recente emigrazione che con quelli dell’emigrazione storica o loro discendenti di seconda e terza generazione. Gli spunti e le visioni fornitici dall’Incontro 2020 li svilupperemo nel corso del prossimo anno, dove forse non potremmo viaggiare molto all’Estero ma terremo sempre i contatti con i nostri Segretariati e organizzeremo diverse iniziative online, dai corsi d’italiano a un progetto, che stiamo elaborando, di prospettive di sviluppo legate all’Expo 2021 a Dubai”.

Con un videomessaggio ha portato il proprio saluto il presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, che ha rimarcato l’importanza dell’azione dell’Ente nei rapporto con i nostri emigrati (messaggi video anche dall’assessore regionale ai corregionali Pierpaolo Roberti e dall’onorevole Luca Sut).

Presente in sala il vicepresidente della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia Riccardo Riccardi, che nel suo intervento ha ricordato come la regione sia stata un esempio per la gestione della crisi coronavirus, grazie anche a una cittadinanza pronta a rispettare le regole e che adesso, con una presenza di nuovi contagiati riconducibili per la gran parte a casi d’importazione, occorre non drammatizzare ma neanche sottovalutare la situazione, promuovendo una sorveglianza sanitaria omogenea insieme agli altri Paesi. Citando il senatore Toros, che così si era espresso ai tempi del terremoto del 1976, ha infine sottolineato come gli emigranti del Friuli Venezia Giulia si sono fatti apprezzare nel mondo e questo ha fatto scattare allora come adesso una grande solidarietà internazionale.

Il presidente del consiglio regionale Piero Mauro Zanin sulla stessa linea ha ricordato il grande ruolo dei corregionali all’estero come ambasciatori della nostra terra, mentre monsignor Giuseppe Pellegrini vescovo di Concordia Pordenone ha sottolineato l’importanza di continuare a dialogare tra i vari Paesi di accoglienza e di incontrarsi anche con la formula innovativa scelta per il convegno 2020. Presente anche in rappresentanza del Comune di Pordenone il vicesindaco Eligio Grizzo, a testimonianza del proficuo rapporto dell’Efasce con i Comuni del territorio di cui Pordenone, come Grizzo ha ricordato, è il capofila, felice di collaborare con Efasce per il mantenimento dei contatti con i corregionali. Presenti in sala diversi sindaci e amministratori locali di altri Comuni del territorio, nonché consiglieri regionali (come Emanuele Zanon e Chiara Da Giau). Presenti pure gli Enti amici Giuliani nel Mondo con il direttore Fabio Ziberna e l’Unione Emigranti Sloveni con la presidente Graziella Coren.

Nella sua prolusione d’apertura lavori “Accompagnare il Friuli Venezia Giulia fuori dall’emergenza: realismo e innovazione”, il presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti ha annunciato lo studio di un piano per i prossimi 200 giorni che gli industriali italiani presenteranno al Governo riguardo l’utilizzo dei fondi del Recovery fund europeo. Ha inoltre spronato a investire in innovazione, a partire dalla scuole di ogni grado fino al 5G che non deve essere demonizzato e a riflettere sugli squilibri dello smart working tra colletti bianchi che possono portarsi il lavoro a casa e colletti blu che invece devono rimanere in azienda. Sulla ripresa ha detto che ci sono segnali confortanti per il manifatturiero locale, con ordini che arrivano sino a fine anno, magari rallentati ma comunque presenti, mentre alcune aziende stanno vivendo un boom, citando l’esempio della Jacuzzi di Valvasone Arzene che sta ricevendo tanti ordini per mini piscine. Ha infine rivolto un invito a mantenere vivo il dialogo con realtà che stanno soffrendo come il Venezuela, in cui vivono molti corregionali.

Tanti spunti interessanti dal dialogo con i manager attivi in Friuli Venezia Giulia o che da qui sono partiti vedendo apprezzato il loro talento all’estero. Paolo Vernier, presidente della Midj Spa, azienda del settore arredamento di Cordovado, ha ricordato i suoi inizi in un pollaio adattato a primo laboratorio suggerendo ai giovani di prepararsi per partire nei loro progetti con il piede giusto. Sul lockdown ha raccontato di come abbia permesso alla sua azienda di prendere strade nuove: è stata allestita una sala multimediale per tenere i contatti giornalieri con clienti, agenti e fornitori in tutto il mondo e uno show-room digitale per presentare i prodotti. Sul made in Italy ha confermato come sia sempre apprezzato per il gusto del bello che viene riconosciuto ai nostri prodotti, e in particolare a quelli del Nordest per l’abilità nel creare in poco tempo novità.

Anna Bortolussi, pordenonese general manager di Amazon Europe Market Place, ha raccontato di come sia fiera delle sue radici friulane, tanto da utilizzare, quando deve spiegare all’estero da dove proviene, l’espressione “una regione che è la Silicon Valley italiana”, visto che le start up odierne sono quello che imprenditori illuminati del passato facevano qui partendo con le proprie aziende famigliari. Anche lei deriva da una di queste, essendo figlia di imprenditori, e dalle sue esperienze internazionali ha rimarcato il concetto della cultura del fallimento, che all’estero non è visto in negativo purché sia rapido e poco costoso: si tentano nuove strade senza paura ma se si vede che non danno risultati si passa rapidamente ad altro, arricchiti comunque da nuove esperienze.

Concetto che ha riportato anche Massimo Pascotto, pordenonese a capo di Sas Labs, il laboratorio interno di start up della Scandinavian Airlines: nel presentare in videocollegamento dalla Svezia alcuni dei progetti più innovativi che ha seguito recentemente (su tutti quello del primo passeggero imbarcato in aereo facendo il check-in con un microchip) ha spiegato come l’innovazione “costi” comunque impegno nonché il concetto degli acceleratori digitali per sviluppare le idee e di come sia fondamentale anche una visione ampia che trascende le singole competenze tecniche, citando l’esempio visionario di Steve Jobs.

Massimo Baù di Cecchini di Pasiano, professore associato alla Business school di Jönköping (Svezia) in videocollegamento ha raccontato come nel mondo sia apprezzata la specificità italiana delle aziende famigliari, che sono circa il 60%. Lisa Roman, vicepresidente dell’Efasce di Philadelphia, ha rimarcato l’importanza per i giovani discendenti degli emigranti della prima generazione di mantenere vivo l’uso della lingua italiana.

Conclusioni affidate alla vicepresidente di Efasce Luisa Forte. “Il lockdown ci ha portato a provare nuove strade per la nostra azione di vicinanza ai corregionali – ha dichiarato -: con il lavoro di squadra che ha caratterizzato gli ultimi mesi vogliamo continuare, all’insegna dell’elasticità e freschezza che abbiamo potuto toccare con mano nelle esperienze di questo Incontro 2020”.

DATI EFASCE

L’Ente Friulano Assistenza Sociale Culturale Emigranti, fondato nel 1907, è il punto di riferimento per coloro che sono partiti dalle terre tra i fiumi Livenza e Tagliamento in cerca di una nuova vita, senza però dimenticare il proprio legame con la terra d’origine. Ha Segretariati attivi in Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Romania, Usa, Sudafrica, Svizzera, Uruguay e Venezuela. L’ultima edizione dell’incontro tra corregionali “in presenza”, quella del 2019, si era svolta a Caneva con un grande piacere di incontrarsi per i 150 partecipanti. La speranza è quella di potersi ritrovare nel 2021.

Comunicato stampa

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