TEATRO MASCHERINI SABATO 9 MARZO ore 21.00
CRONACHE DEL BAMBINO ANATRA
di Sonia Antinori
 con Maria Ariis e Carla Manzon regia Gigi Dall’Aglio

La nostra società non ama le imperfezioni. Sollecitano il sospetto, in qualche caso il rifiuto. Si teme la differenza, quindi si evita di comprenderla. La vita degli imperfetti diviene solitaria, dolorosa, forse rancorosa. Questo spettacolo li racconta, gli imperfetti, a partire dall’età più bella, a volte disgraziatamente infelice: l’infanzia.

Cronache del bambino anatra è incentrato sul tema della differenza, a partire dalla “dislessia”, il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) connesso con la difficoltà di lettura, che riguarda una percentuale altissima di individui. Solo da qualche anno la nozione di DSA e consequenzialmente la legge 170 hanno sollevato da un giudizio di valore i bambini che hanno questa difficoltà, finora vittime di una generale incomprensione. Scritto da Sonia Antinori, il lavoro è interpretato da due attrici straordinarie, Maria Ariis e Carla Manzon, sotto la direzione attenta ed elegante di un registra di spicco della scena italiana, Gigi Dall’Aglio. Il testo, pensato per mettere in luce una realtà a lungo non riconosciuta, causa di sofferenza nei bambini e nelle loro famiglie, è nato dopo due anni di studi diretti e ricerche approfondite sui disturbi cognitivi sotto la guida di numerosi consulenti e testimoni. Ciò che ne è scaturito – spiega l’autrice – è semplice come una fiaba, e come una fiaba ha personaggi immediatamente riconoscibili (una madre, un figlio) e una struttura classica, in questo caso smontata a rimontata con salti temporali che tratteggiano cinquant’anni di vita. Da quando, come dice Peter Handke, «il bambino era bambino», nei favolosi anni Sessanta, fino ai giorni nostri, questa piccola storia d’amore è punteggiata di quegli ordinari strappi, di quelle incomprensioni e quei ritrovamenti, delle cadute e risalite, che riecheggiano nell’intimo di ogni esperienza umana.” Mentre il bambino si fa adulto e la madre, sempre più fragile, scivola lentamente via, i ruoli si invertono secondo la crudele organicità del ciclo vitale e l’uomo è costretto a riscoprire l’imperfezione più grave, che bilancia e compensa tutte le altre: il suo essere mortale. La scelta di una retrodatazione di qualche decennio consente di mettere a fuoco il problema all’epoca in cui comunità scientifica e società civile non avevano ancora scoperto la vera natura di tali problemi, contribuendo a comprendere conflittualità e disagi che anche oggi continuano a colpire ambiti come scuola e famiglia, dove non tutti sono ancora preparati a comprendere tali “imperfezioni”. Oltre alla naturale finalità divulgativa il progetto mira con forza a una riflessione più ampia sul rapporto che ogni essere umano ha con le sue imperfezioni e ha l’ambizione di schiudere allo spettatore un momento di arricchimento umano e di conoscenza individuale. La lezione di chi, partendo da uno svantaggio, identificando il problema e sviluppando strumenti adeguati ad affrontarlo, trasforma la rabbia in forza di volontà, ha portata universale.

comunicato stampa

 

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