Chiude il 5 settembre, con una straordinaria affluenza di pubblico, la mostra PUST DAN FANG Volti, corpi e rituali: dalle maschere africane e friulane alla fotografia di Roberto Kusterle ospitata nell’Antico Complesso dei Battuti di San Vito al Tagliamento. Una chiusura che segna anche la conclusione della Rassegna di arte contemporanea LIMINALITÀ-betwixt and between iniziata nel giugno 2020 e fatalmente stravolta nella programmazione dall’emergenza COVID-19, curata da Eva Comuzzi e Orietta Masin e promossa dal Circolo ARCI Cervignano con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Cervignano del Friuli, Cassa Rurale FVG, con il patrocinio di PromoTurismo FVG e la collaborazione di numerosi enti pubblici e privati.
La mostra Pust Dan Fang, che ha riunito tre componenti differenti quali le maschere del Pust (il Carnevale delle Valli del Natisone), quelle della dinastia africana Dan e il ‘fango’-creta che avvolge i corpi di Kusterle (fango in friulano diventa ‘fang’ che a sua volta richiama il nome di un popolo africano) ha rappresentato, per le curatrici, un inno alla lentezza, quasi una nuova formula magica che possa riportare alla contemporaneità l’attenzione per i misteri dei riti e delle tradizioni passate che si stanno purtroppo mano a mano estinguendo. Grazie ad un attento allestimento che ha compreso i tre piani dei Battuti, l’esposizione, realizzata in collaborazione con il Comune di San Vito al Tagliamento, ha offerto un suggestivo percorso tra maschere e caschi cerimoniali africani per riti funerari e di fertilità provenienti dalla collezione privata Sottile, le maschere tipiche del Carnevale delle Valli del Natisone realizzate da Antonio Trinco e altre provenienti dal Museo Ruttar di Clodig, e le complesse narrazioni fotografiche di Roberto Kusterle.
La mostra Pust Dan Fang, che ha riunito tre componenti differenti quali le maschere del Pust (il Carnevale delle Valli del Natisone), quelle della dinastia africana Dan e il ‘fango’-creta che avvolge i corpi di Kusterle (fango in friulano diventa ‘fang’ che a sua volta richiama il nome di un popolo africano) ha rappresentato, per le curatrici, un inno alla lentezza, quasi una nuova formula magica che possa riportare alla contemporaneità l’attenzione per i misteri dei riti e delle tradizioni passate che si stanno purtroppo mano a mano estinguendo. Grazie ad un attento allestimento che ha compreso i tre piani dei Battuti, l’esposizione, realizzata in collaborazione con il Comune di San Vito al Tagliamento, ha offerto un suggestivo percorso tra maschere e caschi cerimoniali africani per riti funerari e di fertilità provenienti dalla collezione privata Sottile, le maschere tipiche del Carnevale delle Valli del Natisone realizzate da Antonio Trinco e altre provenienti dal Museo Ruttar di Clodig, e le complesse narrazioni fotografiche di Roberto Kusterle.
Il finissage del 5 settembre alle ore 18.30 presso l’Antico Teatro Arrigoni vedrà protagonista l’antropologo visuale Stefano Morandini con l’incontro LA MASCHERA E L’UOMO TRA IL FRIULI E L’AFRICA. Una conferenza incentrata sulle tradizioni e sui riti della nostra Regione messi in relazione a quelli africani, con una attenzione al Carnevale, ai mascheramenti e ai riti del corpo nelle varie tribù.
Nel rispetto delle direttive per il contenimento del contagio da Covid-19, il finissage è a ingresso libero ma con GREEN PASS e prenotazione obbligatori. SMS o su WHATSAPP al numero 338 845 4492
Comunicato stampa