Gran pienone di pubblico al Teatro Nuovo Giovanni da Udine per il concerto celebrativo del quarantesimo anno di fondazione dell’Accademia di studi pianistici “A. Ricci”, una delle più illustri istituzioni musicali udinesi, famosa per aver introdotto fin dal suo inizio – grazie al fondatore, il Maestro Nino Gardi  e proseguita poi dal suo successore, la professoressa Flavia Brunetto– il format della conferenza – concerto.

Per celebrare questo evento, è stata chiamata la Russian National Orchestra diretta da Kirill Karabits con l’illustre pianista Michail Pletnev. Di assoluto interesse il programma con musiche di Pëtr Il’Ič Čajkovskij e di Nikolai Rimskij Korsakov.

Si attacca quindi con i celebre Concerto per pianoforte e orchestra n. 1 in si bemolle minore op. 23 di Pëtr Il’Ič Čajkovskij, che vede Michail Pletnev al pianoforte solista.

L’apertura dell’ Allegro non troppo e molto maestoso – Allegro con spirito affidata ai corni (ottimi!) con quelle famose quattro note discendenti cattura subito l’attenzione del pubblico con  quel suo incedere maestoso che è la cifra di questa pagina. Attenzione ancor più concentrata all’ingresso del pianoforte, quando Pletnev fa vedere di che pasta è fatto il suo pianismo. Potente, muscolare, atletico e virtuosistico. Di più non si può dire perché, di fronte

a tale virtuosismo la parola non basta. Certo, ogni tanto Pletnev con il tempo tende ad andare per le sue, ma l’orchestra, egregiamente condotta da Karabits, lo segue senza problemi, grazie anche ad un’autentica serie di solisti, le prime parti, fra le sue fila e che in più occasioni si fanno ammirare per la loro bravura,  come, ad esempio, il flauto, eccezionale!, nel lungo solo all’inizio del Andantino semplice – Prestissimo. Colpisce la naturalezza di Pletnev nell’affrontare i trascendenti passaggi pianistici presenti in queste pagine e sembra, addirittura, assumere un’aria annoiata di fronte alle difficoltà di questo brano. La sua potenza, poi, gli permette di fronteggiare la massa orchestrale senza mai venirne sommerso. L’Allegro con fuoco che conclude questo concerto è un’esplosione di virtuosismo senza pari che esalta il pubblico udinese che, alla fine, tributa a Pletnev prolungati applausi, che convincono il solista a concedere altri due bis, sempre con Čaikovskij.

La seconda parte del concerto vede l’esecuzione di Sheherazade Suite sinfonica op. 35 di Nikolaj Rimskij Korsakov, una composizione, unanimemente considerata il suo capolavoro, chiaramente ispirata alla raccolta di fiabe orientali de “Le mille e una notte”. In questo brano il pubblico udinese ha la possibilità di ammirare la qualità degli strumentisti di questa orchestra. Il già citato flauto, il fagotto, il clarinetto, l’oboe e gli ottoni sono strumentisti di eccelsa levatura. Precisione ritmica, ottima intonazione, qualità del suono e senso dell’insieme caratterizzano il far musica di questi strumentisti. Accanto ai fiati, e alle percussioni, anche gli archi si distinguono per l’ottima qualità del loro fare musica perché sono omogenei nelle sezioni e fra le sezioni, precisi negli attacchi e nelle chiuse, intonatissimi.  Forse solo al primo violino, che qui ha una parte di assoluto rilievo si potrebbe chiedere maggiore incisività, ma comunque è chiaro  che con una compagine del genere una partitura come questa risulta facile, per un direttore, da dirigere. E in effetti, così è. Sotto l’attenta direzione di Karabits, Sheherazade acquisisce uno smalto policromo affascinante e seducente che esalta appieno le intriganti melodie ed evocative  armonie di Korsakov.

Alla fine, il pubblico di Udine tributa alla Russian National Orchestra e al suo direttore entusiastici e prolungati applausi, coronati da un bis.

© Sergio Zolli per instArt

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