FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MUSICA SACRA 30^ EDIZIONE, 29 OTTOBRE / 20 DICEMBRE 2021 MATER. TRINITAS, TRINITÀ DELL’UMANO
Venerdì 29 ottobre la 30^ edizione del Festival sarà inaugurata a Pordenone (ore 20.45, Duomo) dalla cantautrice Elena Ledda, interprete iconica delle sonorità tradizionali sarde ma soprattutto di un repertorio universale, che attinge dalle radici di una musica capace di abbracciare suoni e voci delle genti del Mediterraneo, e oltre. “Mamma Nosta Soberana” il filo rosso della produzione che va in scena al festival, quest’anno focalizzato sulla figura della “Madre”.
Nell’Ensemble di Elena Ledda i musicisti Mauro Palmas mandole, Marcello Peghin chitarre, Silvano Lobina basso e Simonetta Soro voce.

Festeggia la sua 30^ edizione il Festival Internazionale di Musica Sacra promosso da PEC – Presenza e Cultura con il CICP – Centro Iniziative Culturali Pordenone, in sinergia con l’Assessorato alla Cultura della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e con il Comune di Pordenone, per la direzione artistica di Franco Calabretto e Eddi De Nadai. E sarà una figura iconica della scena musicale del nostro tempo, la “voce di Sardegna” Elena Ledda, con il suo prestigioso Ensemble di grandi musicisti, a inaugurare il Festival nella serata di venerdì 29 ottobre, alle 21 nel Duomo Concattedrale San Marco a Pordenone. “Mamma Nosta Soberana” titola il concerto che raccoglie il filo rosso tematico dell’edizione 2021 del Festival di Musica Sacra, in programma fino al 20 dicembre 2021, seconda tappa del progetto triennale dedicato alla “Trinità dell’umano” quest’anno focalizzato appunto sulla figura della “Mater”, la madre.
Una preziosa ouverture, quindi, quella di Elena Ledda, che da oltre due decenni esplora artisticamente questo percorso: indimenticabile la sua partecipazione all’album tributo a Fabrizio De Andrè “Canti Randagi”, con la rilettura di “Tre Madri” -che compariva nello storico album “La Buona Novella” – declinata in “Sas Tres Mamas”, uno degli episodi più luminosi dell’intera raccolta. Cantante in lingua sarda per vocazione, Elena Ledda è da tempo artista di riferimento a livello internazionale per la sua capacità di spaziare in un repertorio universale, che abbraccia suoni e voci delle genti del Mediterraneo, e oltre. Impegnata anche a livello istituzionale nella difesa della lingua e della cultura della sua terra, come Assessore al Comune di Quartu, ha idealmente raccolto il testimone di un’altra icona dell’isola, la grande cantante Maria Carta, scomparsa nel 1994. Nel progetto discografico “Cantendi a Deus” dedicato interamente al canto sacro, Elena Ledda ha raccolto il lavoro di una lunga ricerca che evidenzia come in Sardegna i canti sacri mantengano ancora intatta la loro capacità comunicativa insieme alla loro funzione sociale. Ha attinto alla pura tradizione, composto brani originali e, con lo stesso rispetto, rivisto e recuperato, senza snaturarne l’essenza, qualche canto la cui esecuzione si era persa nel tempo. I canti devozionali sardi sono in grande maggioranza dedicati al culto mariano, spesso di derivazione gregoriana, catalana, dall’antico al moderno. Nell’Ensemble di Elena Ledda si esibiranno a Pordenone i musicisti Mauro Palmas mandole, Marcello Peghin chitarre, Silvano Lobina basso e Simonetta Soro voce. Il cartellone del 30^ Festival internazionale di Musica Sacra di Pordenone sarà presentato mercoledì 27 ottobre, nell’ambito di un incontro stampa al quale interverrà, con i promotori, l’Assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli. L’accesso al concerto inaugurale è gratuito, con green pass e prenotazione obbligatoria inviando mail a pec@centroculturapordenone.it Info e dettagli sul nuovo sito dedicato musicapordenone.it
Nativa di Selargius, nella periferia di Cagliari, Elena Ledda ha frequentato il Conservatorio della città studiando oboe e voce. Nonostante le potenzialità della sua voce da soprano, ha preferito dedicare la sua carriera al genere folk, col tempo arricchendolo di ricerca e sperimentazione. Al 1979 risale il suo album “Ammentos”, che ha già tra i crediti quel Mauro Palmas che sarà una presenza fondamentale per la sua carriera: con lui forma nel contempo la band Suonofficina, nella quale sperimenterà un’evoluzione della musica sarda che in futuro la porterà dentro l’ambito della cosiddetta world music. Nel 1984 pubblica il nuovo album “Is Arrosas” e sviluppa collaborazioni con artisti come il re della new age Andreas Wollenweider. In questo stesso periodo i Suonofficina evolvono nei Sonos, un progetto di gruppo aperto con la finalità di sperimentazione della musica etnica sulla base del patrimonio tradizionale della sua isola. Negli anni 90 la carriera prosegue con la pubblicazione di “Incanti” (1993) mentre continua un’attività dal vivo che porterà Elena ad esibirsi in tutto il mondo. All’ inizio del nuovo millennio la cantante si affaccia forte di una vasta stima della critica musicale. In seguito alla morte di Maria Carta, nel 1994, è lei a divenire l’ immagine stessa della Sardegna in musica. I dischi “Maremannu”, uscito nel 2001 e “Amargura” del 2005, confermano lo stato di grazia raggiunto e una consolidata maturità artistica. Quest’ultimo album, che vede la collaborazione di Lino Cannavaciuolo, si arrischia in sonorità a metà strada tra le vibrazioni ancestrali del patrimonio della Sardegna e quello più codificato e melodico di Napoli. Nonostante Elena Ledda sia originaria del sud dell’isola, le sue canzoni sono prevalentemente in logudorese, la variante settentrionale della lingua sarda considerata generalmente più letteraria e musicale, ma sporadicamente ha anche cantato in lingua campidanese e gallurese, e persino in lingua catalana. L’ artista selargina ha collaborato con Fabrizio De Andrè, Lester Bowie, Don Cherry, Andreas Wollenweider, Savina Yannatou, Maria del Mar Bonet, Paolo Fresu, Noa e Andrea Parodi. La voce di Elena Ledda spicca nella produzione coordinata da Paolo Fresu, colonna sonora del film documentario di Gianfranco Cabiddu “Sonos’è Memoria” presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1995.

comunicato stampa

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